Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 1 - gen.-feb. 1953

che compi,acermi della costanza, del fervore con cui ti adoperi, nel tuo campo di attività, perchè le affermazioni teoriche siano seguìte quanto più è possibile da realizzazioni concrete. .Ora, se la ritardata attuazione di una integrale giustizia sociale va attribuita in larga parte all'atteggiamento retrogrado di certi esponenti dei ceti economici, al la resistenza di taluni settori politici ed alla superficialità di mclti esponenti della vita pubblica, occorre sottolineare pure come il permanere di una mentalità sindacale ancorata, per evidenti finalità di faziosa manovra, al dualismo vecchia maniera, ostacoli grandemente il trapasso dal piano di lotta sistematica, spesso meschina e sterile, a quello della immissione dei lavoratori sul più alto piano delle partecipazioni dirette e delle dirette responsabilità. Io ti ringrazio per avere in più di una occasione ricordato il tentativo da me compiuto nel periodo in cui fui Ministro dell'Industria e Commercio per un inserimento dei lavoratori nella gestione delle aziende attraverso la creazione di consigli di gestione e la partecipazione diretta dei lavoratori alla direzione tecnico-am1ninistr ativa delle aziende stesse. Questo tentativo, che risale al 1947, è stato l'unico avutosi nel periodo post-bellico nel nostro Paese e quanto sarebbe stato elemento di concordia e ~ .ca Gino Bianco di costruttiva intesa, ove avesse avuto seguito, lo dimostra il successo che una riforma simile ha realizzato nella Germania· Occidentale, dove è stata applicata, col nome di cogestione, alle aziende siderurgiche e minerarie. Naturalmente, consigli di gestione non a sfondo e finalità demagogiche, ma strumenti sociali e tecnici consapevoli e responsabili; non partecipazione dei lavoratori ai consigli di amministrazione in funzione di brigate d'urto o mine a scop- · pio ritardato, ma in veste di vigile tutela dell'interesse generale della produzione e quindi dell'azienda e dei lavoratori dell'azienda stessa; tentativo perciò di trasferire il prestatore d'opera dall'attuale posizione di oggetto della produzione e più genericamente di elemento estraneo alla gestione aziendale, a soggetto attivo dell'azienda stessa e quindi di compartecipe cosciente, direttamente interessato agli affari del complesso in cui lavora, al suo buon andamento, alla sua ascesa. Particolare significativo fu . che la CGIL, che pure aveva insistito fino allora per creare organismi aziendali anarcoidi e a puro sfondo politico, divenne la sabotatrice prima e la insabbiatrice poi del provvedimento, che pur ero riuscito ad assicurare al nostro diritto positivo con un decreto legislativo. 17

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