risultati nei suoi « Lavori di statistica » e nella pubblicazione annuale « Statistiche e valutazioni agr,icole ». Esso inoltre funziona -da Ufficio corr.ispondente ,dell'Istituto internazionale di agricoltura co·n sede- a Roma. L'Unione Svizzera .degli agricoltori rappresenta poi la Svizzera nelle discussioni !internazionali sui mass.imi problemi di politica agraria; e fa par.te deUa Confederazione Internazionale dell'Agricoltura. Essa non è una organ·izzazione politica e non si occupa quindi di questioni elettorali. Ciò non toglie che essa, per il fatto di essere rappresenta-ta nelle varie comm·issioni di esperti (ausiliarie del Consiglio Federale e dei suoi organi per i singoli problemi) e per i1 l fatto di essere essa stessa a formulare le proposte che ritiene necessar.ie al Consiglio e all'Assemblea Federale, sia ·chiamata ad esercitare una notevole influenza sulla legislazione. Inoltre, allorchè _un problema particolarmente interessante l'agricoltura viene sottoposto a referendum essa si adopera a illuminare l'opinione pubblica organizzando delle assemblee, facendo diffondere dei proclami dai suoi fiduci,ari e dalle associazioni agrucole locali, come anche ricorrendo alla stampa e .il suo, intervento è stato in molti de-i più importanti referendum, decisivo. L'Unione Svizzera degli agricoltori considera con soddisfazione e fierezza i primi cinquant'anni della sua attività. Dopo l'acuta cr.isi agricola deglii anni attorno al 1880, lo Stato sv~zzero aveva cercato dì fornire qualche aiiuto agli agricoltori favorendo lo sviluppo tecnico dell'agricoltura. Ma, essendo la politica economica ,del paese dominata anzitutto dalla preoccupazione della « vita a buon mercato», le misure prese non giungevano a sollevare in modo decisivo la situazione del .contadino e la crisi imperversante nell'agricoltura minacciava di divenire cronica. L'Unione <lei contadini costituì allora, in un ,momento di grave abbattimento, un'à-ncora di salvezza. Già si era sul punto di voler imitare anche in Sv.izzera la ricca lng~ilterra che, senza alcuno scrupolo, aveva sacrificato sull'altare del libero scambio la sua popolazione agricola e trasformato· i suoi campi di grano in pascoli per le pecore. Si dovette, durante lunghi ann.i, far opera di accorta politica e quasi citi diplomazia, con l'ausilio di un gran lavoro di documentazio•ne e delle necessarie ricerche scientifiche e sostenere un'aspra lotta, perchè venisse infine riconosciuta l'importanza capitale del mantenimento di una forte classe contadina. In presenza del crescente sviluppo del socialismo la borghesia dovette arrendersi all'evidenza dei danni rappresentati da uno Stato eccessivamente industrializzato e nel quale il contrappeso dell'agricoltura fosse venuto a man111 . Biblioteca Gino Bianco
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