Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 1 - gen.-feb. 1953

come per esempio siamo stati tentati di fare dopo il gennaio 1952, combiniamo un pasticcio. E' chiaro che nel mondo attuale non è possibile acquistare ciò che si vuole e vendere soltanto ciò che si vuole. Non è possibile comperare soltanto dei prodotti rari. In periodo di penuria, dal fruttivendolo, quando voi volete acquistare assolutamente un Kg. di patate, dovete accettare anche 3 Kg. di rape, e così in Germania, per avere un Kg. di Carbone bisogna accettare 3 Kg. di . cotonate esitabili in Africa o viceversa. Si sa che l'Inghilterra, indipendentemente da tutte le materie prime necessarie alle sue industrie, non produce che 1/3 degli alimenti che consuma. E' dunque una neGessità assolutamente vitale per l'Inghilterra esportare in contro partita. Ciò è divenuto ora, anche per noi, una necessità così vitale come lo è per gli inglesi e per i tedeschi. Non ci sono scappatoie: se non esportiamo ciò che occorre per pagare quello che acquistiamo, è l'asfissia a breve scadenza». Soltanto alcune industrie si considerano come adatte all'esportazione. E' un fatto tradizionale ci sono le industrie esportatrici e sono conosciute. Si sa che la lana si esporta, che il cotone si es'f)orta, che la siderurgia ~sporta il 30 % della sua produzione. A fianco esistono pure alcune specialità: un tempo era la carta per sigarette, che 7 01olioteca Gino Bianco disgraziatamente oggi e quasi scomparsa; le pelli di coniglio per gli Stati Uniti che sono ora molto meno importanti di prt· - ma della guerra, infine lo champagne, il cognac (e ancora alcune marche di liquori). Orbene, è certo che noi porteremo la nostra esportazione al livello voluto soltanto qua11.• do si metteranno ad esportare coloro che attualmente non esportano nulla. E' questo un problema straordinariamente grave. In sostanza, bisogna trovare il sistema per incitare il Signor X, fabbricanté di marmellata nella M osella, il Signor Y, fabbricante di racchette di tennis, e il Signor Z fabbricante di piccoli apparecchi nella regione parig.ina ad interessarsi all'esportazione. La prtma ragione per la quale esst non se ne interessano è che vi diranno: « I o mi arrangio bene con il mercato interno » e in effetti, perchè non dovrebbe bq,star loro, dato che il più sovente sono protetti da misure doganali, e secondariamente, da tutti quei sistemi di arrangiamento fra ditta e ditta per cui non vi sono concorrenze di prezzo? Il fisco non è poi così cattivo. Essi arrivano sempre a sbrogliarsi, hanno l'automobile del quale hanno bisogno ed i loro ragazzi possono andare a praticare gli sports invernali. Dopo tutto perchè andare ad impelagarsi in tutte quelle insensate formalità dell'utflcio Cambi, acquistare conoscenza del mercato estero, assumersi dei rischi circa gli inca.~si ecc.? 97

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