J2eitere del 1926 ILTORMENTO SOCIACLREISTIANO Nel 1926 si sta1npava a Torino una rassegna « Il Lavoratore» da me diretta e che nel maggio di quell'anno pubblicava una « Lettera di un amico» che doveva andar famosa perchè nel dibattito da essa aperto intervenivano cattolici, comunisti, fascisti, repubblicani, socialisti. Fra gli altri interloquirono nella discussione Achille Grandi, Rinaldo Rigola, Alessandro Cantano, Carlo Lovera di Castiglione, Renato Vuillermin, Guido Galbiati, e giornali e periodici delle varie correnti s'interessarono della polemica insorta. Verrebbe tentazione di riprodurne per iutiero il dibattito allora sviluppatosi perchè le questioni sono tuttora attuali, ma per adesso ci limitiamo a ristampare la « lettera di un amico» e quella di Achille Grandi sull'argomento. E' passato il fascismo, ma le cose son per tanti aspetti quelle di prima e il tormento dei lavoratori cristiani continua. GIUSEPPE RAPELLI Lettera di un amico Cari amici de «Il Lavoratore» Seguo con viva simpatia le pubblicazioni della vostra Rassegna, e sono ammirato per la precisione con cui impostate i problemi del movimento operaio. Più d'ogni altra cosa mi è piaciuta la « Presentazione » in cui con ammirabile intuizione, avete ripetuto ciò che già altri B 6 6 ,a Gino Bianco disse, (questo però non toglie che la verità non possa essere ridetta), che l'economia continuamente si svolge e come lo sforzo consista nello applicare in situazioni mutate e magari sostanzialmente diverse, i principii etici informativi della dottrina professata. Giustamente inoltre avete identi'fi:èato il movimento operaio nell'ascensione economica sociale, e conseguen-
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