rò alla base della impossibilità di assorbimento delle eccedenze stesse. Quindi l'elemento « miseria » non sta nella natalitd che, senza arrivare all'esasperazione del « numero uguale potenza » - è però sempre un elemento positivo in se stesso, in « potenza » almeno; ma l'elemento di « miseria » è dato invece da circostanze esterne, contingenti, di insufficiente od errata organizzazione della comunità tza2ionale. Miseria da esportare Il fenomeno «miseria» poi è incrementato dalla venuta a mancare emigrazione e quasi totalmente, sia fissa che temporanea. Poichè non è per nulla immorale o scandalizzante - posto il problema del co1ne stia l'incremento di natalità del genere umano alla capacità dell'orbe terrestre di 111,antenereil medesimo - che gli uo1nini eccedenti in un dato angolo della terra, possano portare :n ai.tre terre deserte o povere di broccia e di menti, le loro ene,-gie per lo sfruttamento di ricchezze e prodotti che Dio ha distribuito sul nostro globo per la vita di tutte le creature uma11,e/ 2) E' per lo meno stra no poi che un marxista od anche vn socialista generico citi quale elemento negativo, lo .c:pezzettamento della proprietà per lo aumento delle famiglie · contadine, con la conseguen~iale illazione - per logico contrario e sia pure in sede astratta - del vantaggio dell,a, grande L 652 8 . 8 . ~ca 1no 1anco proprietà terriera (se non addirittura del lati/ ondo) e s·ti cui logicamente la mano d ·c,pera che il padrone dovrebbe necessariamente occupare non potrebbe mai avere che un 'rapporto ed un compito contrattuale di prestazione d'opera {anche di mezzadria); ·ma mai di proprietà del fondo fecondato dal proprio lavoro per tutta una vita e forse da generazioni dello stesso cep·po familiare. 3) Ma c'è un altro punto assai dubbio nella interpretazione e prestantesi troppo f acilmente, per chi non abbia tognizione di causa o retta i 1tru2ione ad una errata interpretazione del pensiero a.ella Chiesa. E' l'affermazione relativa alla ammissione da parte della Chiesa Cattolica del « princ:ipio r,1,0rale della limitazione delle nascite ». Giornfiecondei infecondi Scrive infatti il .11,,ltJ,tteott!: « ... la pratica suggeritli dalle autorità ecclesiastiche, dei giorni fecondi e non fecondi', e già in parte propagandata, ha una efficacia dubbia e relativa.,· la sua importanza consiste pe1 ò nel fatto che la Chi~.c;a Cattt)- lica con essa ha già amrnesso il principio morale della limitazione volontaria dell~ nascite ». Qui occorre precisare ben chiaro quale sia il s~nso e lo spirito di tale « limitazione volontaria» secondo la dottrina cattolica e l'insegnamento della Chiesa, unica depositaria - per
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