mento di questo dovere è reso possibile agli uni e agli altri ancora dalla cultura. Di particolare importanza è che quanti occupano una posizione sociale elevata imparino a pensare, sentir.e, agire socialmente. Senza essi o peggio ancora contro essi, la questione sociale o non può in generale essere risolta, oppure lo sard ma soltanto tardi, e per le giravolte della soppressione di tutto il preesistente». lddid voglia che i cattolici non portino la responsabilitd di questo ultimo presagio. ACHILLE GRANDI (da « IL LAVORATORE» del giugno 1926). Il valore sociale del!' Evangelo Sì, è vero·; noi riconosciamo che il Cristianesimo non è bastato a « stabilire un ordine politico e sociale perfetto, a liberare l'umanità dai mali che la opprimono ed a formare la felicità del genere umano su questa terra ». Dopo venti secoli di Cristianesimo vi sono ancora troppi disordini, troppe iniquità, troppa miseria, troppi dolori e troppi abusi; ma la colpa non è del ,Cristianesimo., essa è tutta, e specialmente, del mal animo degli uomini che non vogliono mai piegarsi a conformare completamente la propria condotta alle prescrizioni evangeliche. !Meglio osservate, queste prescrizioni avrebbero intieramente trasformato la faccia dell'universo; ma per somma sventura esse cozzarono contro gli istinti egoistici di questa povera nostra natura, ed in questa lotta l'interesse e le passioni ebbero troppo spesso ragione del dovere e del diritto. Ad onta di ciò, l'influenza del Vangelo fu enorme. Esso diffuse pel mondo dei principi che lentamente agirono sullo spirito pubblico, trasformandolo insensibilmente, e che, malgrado le difficoltà dovute ad un lunghissimo passato pagano, sono pervenute a suscitare nel mondo rigenerato delle idee e dei costumi ignoti prima del suo avvento. • L. GARRIGUET 640 G 8 . Bi ,a ino 1anco
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