sta distinzione fra i tempi e le situazioni diverse), dalle sanzioni della « Rerum Novaruni », sono: la libertà di associazione, le buone leggi sociali, l'intervento dello Stato in senso protettivo ma non accentratore, la diffusione della piccola proprietà, l'istruzione professionale, la compatercipazione agli utili e l'azionariato operaio, non escluse quelle altre provvidenze alle quali la nostra dottrina non pone un limite. Ma tutto ciò sarebbe ancora inutile o ben poco consistente se, insieme, le classi} meglio tutti gli uomini, non accompagneranno l'ossequio e la pratica degli immutabili veri che emanano dalla morale e dalla dottrina cattolica, che soli possono impostare e risolvere la « questione sociale ». L'ordine naturale Ripeto: non rompia,mo l'ordine naturale delle cose umane. Le classi sociali sono una realtà insopprimibile. Le loro diff erenze derivano dalle doti intellettuali, morali, fisiche, volitive, dalle virtù e dai difetti che distinguono uomo da uomo. Tutte insieme costituiscono una linea armonica, purtroppo molte volte turbata dagli egoisnii, le violenze, le pretese ingiuste, le sopratJazioni, ma che deve ricomporsi quando prevalgono la giustizia, la libertà, l'amore, che trovano la loro suprema sintesi nel Cristianesimo. Il resto è illusione. Tutti i tentativi collettivisti o comunisti (quando non si confondano colla vita in comune dei primi cri-- stiant, o degli ordini monastici, il che è soprattutto sacrift,cto, Biblii i a Gino Bianco rinuncia, umiliazione e non socialismo) sono destinati a cadere. I o non credo ciò cfrie dice l' A. che, seguendo la vita volitica internazionale, tutta la classe operaia tende a non accontentarsi più del solo c:,11/niento di salario, e di restringersi nella forma chiusa e protettiva della organizzazione di resistenza, ma cerca la conqu'i.sta clel 1nezzo di produzione, e di ottenere in una nuova econornia « il diritto della prop"·zetà col diritto del lavoro », s~ tutto ciò è inteso in senso socialista o comunista, corne pare accenni l' A. quando rileva ciò che spiega Guido Miglioli nel suo recente libro circa quello che avrebbero ottenuto i lavoratori russi del nuovo regirne /ed~; ativo sovietista. Nel rt?sto di Europa e fuori mi sernb1a che la grande maggioranza dei lavoratori non aspiri trop no ad i?n itare la Russia, e tanto nieno credo lo aspirino i minatori inglesi, i quali, del resto, possono legittimamente chiedere 1r1, nazionalizzazione delle m·~niere (che non è, ripeto, so,;ia~izza- -~ione), quando sia definiti.vamente dimostrato che i proprie ... tari attuali si siano resi 1nr.apaci di gestirle. Il lavoro legittima la proprletil Se invecP-, par!ando di 11,na tendenza verso « ll diritt~ clella proprietà col dir:"-tv del lai•o .. ro », per quanto co 1, termini ·;mprecisi, l' A. voglia alludere alla possibilità di rend~re pa.rte(!ipi dei benefici della proprieta un sempre maggior nu:nier-, di la-
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