Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 12 - 31 dicembre 1952

ne degli operai agli utili della impresa in cui lavorana, accordando loro delle azioni 1•er interessarli alla produzione ed al benessere dell'impresa i>. E si ~a che il Governo inglese ha dichiarato che, per conlo s'ko, non è alieno dal sostenere dette conclusioni. E può o.nche darsi che questa sia la via attraverso la quale si avvierrì a soluzione giusta la gra1ute ~'(;1 - tenza mineraria in cot-so. Il dissenso più g1·ave Ma il punto più grave di dissenso che io sento di avere con l' A. ·è nel giudizio che egli dà tout court del capitalismo ~n generale, ritenendolo « necessariamente anticristiano », sicchè la collaborazione di classe non è bastante per la trasformazione in senso cristiano del regime economico attuale. E' vero che in una molto accorta postilla l' A. dichiara che, « pa, - lando di capitalismo e di siste· ma capitalista, egli dia a questi la sola importan2ri sociale e morale nel senso della distribuzione della r 1,cche.zz ·t p1 oè.otta, è del dominio ecotio1nico politico, e non intenùa a.ffatto accennare a quel peculio d'innovazioni tecniche apportate dall'industria in quest'epoca ». Finalità socialcomuniste? Ma la dichiarazione non d1.- strugge la impressio,t~ generale che io ho riportato dall'articolo dell' A., e che mira, a, ·mio modesto giudizio, a trascinare i 636 8 _ ca Gino Bianco cattolici su un terrtHi::> di pr nsiero e di azione che rar;enta le finalità socialiste e co,,iuniste. Che vuol dire infatti quella sua abile ricerca nel campo degli studi economici o delle aspirazioni politiche o delle agitazioni operaie in Nazioni diverse, per dimostrare che dalla generica tendenza alla coalizione degli Stati, o alla soppressione di vincoli doganali e protezionisti od a mutamenti economici - tutte cose lecitissime - deri'lfa la illazione che si tenda alla «conquista del mezzo di produzione, e ad ottenere in una nuova economia il diritto della proprietà col diritto di lavoro? Come mai si può affermare che gli esperimenti del regime f ederativo sovietista o le richieste dei minatori inglesi per la nazionalizzazione. delle industrie (il che, per altro, non vuol dire socializzazione), tendano proprio precisamente ad un unico fine direttivo, « quello che vossiamo riassu1nere con Leone XI I I: "I frutti del lavoro a chi lavora" ottenuto mediante la pratica del diritto di uso della proprietà terrena, largitaci da Dio, da parte del lavoratore ... ?». A me sembra A me sembra che qui, sia pure con l'intenzione di dare una impronta cristiana a trasformazioni sociali che si creclono inevitabili, si arrivi a travisare in pieno la dottrina ed il pensiero sociale cristiano co3i nettamente tracciati nella E-ncicl-zca « Rerum Novarum ». Noi riconosciamo la neces.J-Lià di tutte le classi sociali. Non crediamo che possa derivare un

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