ai nomi, e facemmo gli scandalizzati nel solo udire certe parole), ci accorgiam.o che hanno un unico fine direttivo, quello che possiamo riassumere con Leone XIII: « I frutti del lavoro a chi lavora», ottenuto mediante la pratica del diritto di uso della proprietà terrena, largitaci da Dio, da parte del lavoratore, affine di giungere alla concretazione del noto aforisma di S. Paolo, nella sua lettera ai Tessalonicesi:« si quis non vult operari, nec manducet » ed in lingua italiana « chi non vuol lavorare non mangi». Il che equivale alla trasformazione completa in senso cristiano dell'attuale regime. Questa riunione di movimenti operai è perciò indubbiamente nel suo contenuto rivoluzionaria, se per rivoluzione s'intende il sovvertimento di un ordine di cose esistenti, per costituirne uno nuovo. La riwoluzione cristiana Tentiamo noi lavoratori cattolici, di f a,la diventare una rivoluzione cristiana. E come? Partecipando a questo 1novimento: portando in esso il contributo della nostra formazione etico-morale: non sabotando, con la nostra non partecipazione, un movimento che tende dare al lavoro i suoi giusti diritti. Oh! retorica consumata di molte frasi: la terra ai contadini, la fabbrica agli operai, quante demagogie hai coperto, quante ambizioni hai soddisfatte! I o non le ripeterò queste frasi,. Mi è parso di compiere un do-• vere di coscienza esponendo queBibt1oteca Gino Bianco ste mie preoccupazioni e queste mie osservazioni: credo che una effettiva adesione dei lavoratori cattolici a questo movimento rivoluzionario di operai e di contadini che in tutti i paesi del mondo si va determinando, sia un bene per la nostra Religione, per la stessa Chiesa Cattolica. Noi entrando in questo movimento, manteniamo intatta la nostra fisionomia etico-morale, cerchiamo anzi con questa di influire sugli altri, ai quali ci uniamo nella persuasione di compiere un dovere cristiano concorrendo ad abbattere un sistema d'ingiustizie sociali nettamente anticristiano. Ad uno sforzo di unità accompagniamo uno sforzo di conquista: dimostreremo così praticamente come la religione nostra, cattolica apostolica romana, non sia affatto legata alla reazione, alla politica delle classi dominanti. L'accettazione di questo movimento rivoluzionario internazionale vuol dire riconoscere che è necessario far precedere. una conquista politica dei lavo:ratori, che darà nello stesso tempo una conquista economica, il che servirà per stabilire una nuova sistemazione economica conforme ai principi di giustizia cristiana, derivati dal Vangelo, dalla pratica della Chiesa fin dai primi secoli, dalla dottrina cattolica. Ecco la mia conclusione. Su questa mia lettera sarò lieto che voi del Lavoratore esprimiate il vostro pensiero, e che altri amici dicano il loro. Non intendo con la eventuale pubblicazione della lettera sulla Rivista coinvolgere la vostra 631
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