Lettere ai lavoratori - anno I - n. 11 - 30 novembre 1952

che la sua sorte sarebbe stata, da quel giorno, fissata e regolata unicamente da un nuovo « Patto Colonico », con valore obbligatorio per tutti gli interessati. Basta scdrrerne le principali dispoSizioni; e .si vede senz'altro come queste formino il piano di un astuto procedimento diretto a colpire nel cuore il Lodo B:anchi, in quanto esso apriva al contadino il varco ambìto al possesso della terra. (Si tende a ttistruggere quindi, imrnediatamente, le varie rivendicazioni che ve lo avevano in venti anni condotto: e si studia di disfare siffatto contadino, per foggiarne un altro, il più contrastante con la sua stessa natura d-i uom.o nato dalla terra, le cui stigmate, radicate poi nella coscienza, diventano insopprimib:li. La reazione Ecco, infatti, gli articoli, che dispongono di estraniare colui, che Si era proposto di inserirst nella conduzione dell'azienda, da qualsiasi rapporto di interessenza al di lei processo produttivo. I t contadino deve essere null'altro che un « salariato »,· pagato per il suo lavoro con mercede fissa. sia in denaro che in generi, ma senza diritto ad alcuna com partecir:azione. Il che tendera ad un altro torbido obiettivo; e cioè a distaccare il contadi.no, considerato come sem,plice unità di lavoro, dalla famiglia, dalla collaborazione della donna; quindi ad attenuare e sopprimere quello stimolo alla rivendicazione della terra, c-he tanto più è forte e invi1v cibile quanto pi-ù si radiCa nella t amiglia intiera. Allo stesso calcolo sono informate le norme che r1guard ano il gi01)ane lavoratore 566 Bib.. v"""""d Gino Bianco dei campi. Egli non è preferito neppure per la sua maggiore forza materiale, perchè Si teme in lui io sviluppo di quella intellettuale; donde il suo declassamento nella attribuzione e nella retr~buzione del lavoro. Ed è molto espressivo il fatto che, proprio in una plaga dalla maggiore industrializzazione capitalista, non Si Sia cercato ài diffondere l'istruzione agricola: poche le scuole di avviamento agrario, dopo i corsi elementari; e anche qaelle quasi abbandonate. E non è necessario soffermarsi su altri punti vessatori, come quelli riguardanti la riduzione progressiva dei salari, gli aumenti delle ore dt lavoro compreso il festivo, il ripristino di servitù medievali da tempo travolte, per intravedere dall'insieme come, nell'intento o nella illusione di garantire « il padrone ,., di rafforzare « l'agrario », si arrivasse a plasmare nel contadino e nella sua famiglia il servo o il ribelle. Il Ministro fascista De capitani chiudeva quell'Assemblea, che di fatto proclamava e iniziava la controrivoluzione contadina, commentando due brani del proemio del nuovo « Patto colonico ». Il primo brano lo definiva come un beneficio elargito dal regime, « onde stabilire la buona arm0nia tra agricoltori e lavoratori della terra, per il bene di tutte le classi soc:ali, per il maggiore increm.ento della produzione e per la grandezza della Patria». Il secondo lo inghirlandava dell'annuncio di due festività « patriottir che»: l'una, per esaltare la guerra; l'altra, per rinnegare co~ . oltraggio pagano quella solennità del lavoro, che i pontadini « bianchi» avevano elevata alla più alta celebrazione religiosa e sociale. Jn

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