I margini dei tormentati EOCO, dunque: il Lodo Bianchi è un fatto storicamente incontestabile per la lotta vittoriosa conseguita, dopo oltre un uentennio di movimento, dal contadino più diseredato - senza un palmo di terreno, senza stabile dimora, nomade insieme con la famiglia, insicuro del suo lavoro, angariato ed umiliato - per arrivare al possesso della terra, sia pure in due tempi, alla cogestione dell'azienda agraria capitalistica, trasformanxt.ovi ed elevandovi la propria personalità, sotto ogni rapporto economico, morale e sociale. se con il Lodo Bianchi, la sua posizione è stata così giuridicamente « rivoluzionata » e questo rappre3entò una grande conquista cristiana, il fascismo che la distrusse, che cercò di cancellarne ogni orma e di-sperderne perfino il ricordo,· l'agrarismo faseista, che coalizzò contro quel contadino il proprietario terriero, l'industriale agricolo, l'agrotecnico servile e tutto il coacervo profittatore dell' « éra nuova», sono stati gli agenti di una reazione inumana e incivile; la loro contro-rivoluzione fu essenzialmente anticrisfiana. Come questa si effettuò? Dur.ò soltanto il periodo del regime fascista o ad esso sopravvisse? E con quali conseguenze? E al presente, a che punto Si trova e di che fame non è sazia? Occorre rilevare i principali elementi che scaturiscono dalle risposte a questi interrogativi, per vagliare e superare quei « rilievi marginali », che l'on. Cappi ha tracciato nel suo artieolo in « Lettere ai . Lavoratori ». ESSi riguar- · dano particozarm.ente: la « impreparazione del contadino alla coBiblioteca Gino Bianco gestione di una azienda agraria industrializzata »,· la sua preferenza a·i « tangibili aumenU di salario »; lo « scarso spirito di fiducia tra lui e il conduttore». E da qui, Cappi trae il richiamo alla idea delle cooperative agricole a conduzione colletti.va, per denunciarne la loro sperimentata difficoltà di funzionamento; ripensa alla lottizzazione del terreno, per adattarvi il Sistema della conduzione familiare, ciò che è deprecabile,· ..consiglia infine di. provarsi ancora in vari « esperimenti », che egli vorrebbe favoriti dallo Stato, persuaso « che non $i possa giungere, al riguardo, a formulare una legge .•. ». Dopo di che, sorge spontanea la domanda: e allora? Il contadino, o servo o ribelle Non si può rispondere, senza prima riflettere su alcuni fatti salienti. scende con la fine del 1922, su tutte le cam'J)llgne, un cielo fosco, gravido di incognite; ma nei primi mes-i dell'anno successivo provvede a diradarle un avvenimento, che ebbe luogo precisamente nel centro di quella plaga cremonese, alla quale il Lodo Bianchi Si riferiva in modo particolare. E' l'Assemblea nazio= nale dei « terrieri » e degli « agrari » (così il popolo, con bocca amara, chiam.ava i ricchi · proprietari assenteisti, i grosSi e medi conduttori), i.Vi convocata sotto la presidenza del nuovo Ministro dell' Agricolura, il liberale cattolico e nobile feudatario lombardo De Capitani d' Arzago. Vi si doveva proclam.are. con una certa solennità, che, con l'avvento faseista, anche per il contadino 8i chiuneva un periodo di, storia e 565
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