Cronache del presente Notizie sull' em_igrazione Forse miai, com·e in queste ultime settimane, si sono avute tante ragioni di sfiducia e di pes-simismo, per quel che riguarda la nostra emigrazione. Qualche volta, si è persino tenta ti di credere che sia troppo esiguo, per non dire sparuto, il numero di parlamentari, che si occupa e preoccupa di un · problema cosi vitale, cosi importante nel n-0stro Paese. Eppure, non è possibile che, chiunque possegga anche solo una minima preparazione sociale e politica, non veda, in chiare lettere, come la soluzione del problema emigratorio si faccia via via più angosciosa. Di tanto in tanto, si diramano notizie esaltanti: purtroppo c'è ancora chi ricorda l'annuncio dei 500 mila italiani destinati in Australia (e noi ne ·scrivemmo, con un s.en..so di alìarmato timore che ci valse qualche lettera di protesta: m:a come i fatti successi vi hanno purtroppo dato ragione alle nostre trepidanti previsioni!); seguirono 1 50 mila eim;igranti da coliooare in Argentina (e nel frattemBiblioteca Gino Bianco po rientravano da quello Stato, a migliaia, ex-e1nigrati delusi e amareggiati); anco•ra, si annunciò un largo flusso per il Cane.dà (ma di lì a poco, scoppia lo scandalo dei passaporti falsi, . e si risbarrano le porte ai nostri); si accesero facili speranze verso J>Inghilterra( e si sottovalutò la mai taciuta opposizione del « British Coal Board >> la potente organizzazione sindacale dei minatori); poi venne il Paraguay con la clamorosa offerta di 600 mila ettari di terreno (mia l'accompagnarono le raggelanti parole del presidente paraguayano: gli emigranti devono portarsi tutto, anche il pane ed il sale), seguito dalla doccia fredda dell'opposizione degli Stati Uniti alla revisione del Quota Act per gli italiani; da ultimo, l'accordo con il Brasile per una favolosa emigrazione assistita, i cui frutti sono ancora da venire, visto che dopo quattro mesi non risulta che un solo emigrante sia riuscito a beneficiarne. Orizzonte nero, quindi; nerissimo: vi è ben ragione di esserne allarma ti. M. L. DARBESIO (da « Il Popolo Nuovo» 28-11-52). 615
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