A noi pare ingiusto il ragionamento perchè p'riva i migliori di farsi valere, oppure vuole i migliori al servizio degli attuali padroni, servi contrapposti agli altri servi. E-d intanto la classe lavoratrice non è certo trattata, dai suoi nurnerosi protettori del ternpo elettorale, per onorata niadre che si serve o per fede le sposa che sì rispetta, ma piuttosto come giovane donna da cui si vogliano favori elettorali, sal.vo ingannarla poi, o come servile cortigiana che si accontenta di miserabili regali. Termini duri quelli della promozione operaia, perchè non basta avere il diritto al voto politico e ad una libertà di azione sindacale se poi questi diritti non si sanno far valere, perchè impreparati, perchè non sorretti da qu~i principi morali che solo possono essere guida (principi che valgono quanto e più dell'ese1npio dei capi) di un vero movi'mento operaio. Noi desideriamo una vera promozione, anche se questa comporta il sacrificio di dover ancora combattere per la realizzazione di un ideale_. che attuato, rende una società migliore. Quel che respingiamo è il possi·bile inganno di chi tenta. ridurre i lavoratori al ruolo di marionette, o di cornparse elettorali. 1« Avere la capacità politica non vuol dire avere attitudini particolari a trattare gli affari dello Stato, a e~-ercitare un pubblico ufficio, e non vuol dire neppure dar prova di uno zelo maggiore o minore per ,gli affari della città. Qui si tratta di talento e di specializzazione; ma non è questo che caratteritzza la capacità politica nel cittadino silenzioso, moderato e posto al di fuori dei pubblici uffi,ci. Possedere la capacità politica vuol dire avere coscienza di sé come membro di una collettività, affermare l'idea che ne deriva, e mirare alla sua realizzazione. Chi riunis~a 1n sé queste condizioni, è ca,pace ». P. G. PROUDHON Biblioteca Gino Bianco 563
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