Lettere ai lavoratori - anno I - n. 11 - 30 novembre 1952

andare al Governo, magari con lo stesso De Gasperi, per aiutare nell'attuazione e dare così l'apporto dei lavoratori che , egli rappresenta. Tutto ciò può sembrare paradossade, contraddittorio, 1na rispecchia purtroppo la situazione italiana. La nostra classe lavoratriJce, nelle vicende politiche, è presente, anche protagonisM, però i suoi maggiori interpreti, che parlano a suo nome, la interpretano a modo loro, più rispondendo a criteri particolari che non generali, quando non si tratta addirittura, il che è miserevole, di rispondere a mal dissimulate esigenze elettorali e di partito se non, peg.gio ancora, pe'isonali. Si attende perciò da noi, come altrove, la promozione della classe operaia, non attraverso l'intrigo politico, ma con ia riuscita di chi merita perchè capace ed onesto. E la promozione tarda, anche perchè i lavoratori preferiscono al duro sacrificio di una loro generale autopreparazione lasciarsi guidare e restare così massa di manovra, pronti a scagliarsi gli uni contro gli altri, a vantaggio di chi? Delle idee? Fosse vero che la lotta si riduce al terreno del conflitto ideologico e fosse vero anche che una sana ideologia tornasse ad alimentare le lotte della classe operaia. Ma purtroppo non è, o almeno per ora, nella attuale contingenza, non appare. E tutti attendiamo che ritorni nel movimento quell'anima di solidarietà sociale, umana e cristiana, anche se talora assunse qualifica di socialista, che già fu motore per le maggiori ascese finora operate. Ed intanto la divisione continua, e la ulteriore promozione ritarda, anche perché si offre alle classi politiche .al potere facile il diversivo. di affermare: « noi non possiamo accettare ·- di promuovere ,l'intera classe dei lavoratori, perchè in essa vi sono discoli, turbolenti, oppure incapaci, perchè ignoranti, diseducati e presuntuosi, che non lo meritano». 562 Bil ~ Gino Bianco

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