Lettere ai lavoratori - anno I - n. 11 - 30 novembre 1952

CUn organizzatore « 6ianco,, G. B. VALENTE GIOVAiNNI BATTISTA VALENTE nacque a C:.ca.gna, nei pressi di Chiavari, il 24 gennaio 1872 ò.a f0,,miglia artigiana. Il padre Carlo, tipico artigiano italiano dal · n1olteplice ingegno, fac:lmente passava dal suo lavoro di falegname a quello di muratore, non senza de<ticare una cura particolare alla coltivazione del pezzetto di terra intorno alla semplice casa. ad un pia.no ove in due stanzette abitava l'intera fa.miglia composta dei genitori e di c:nque figli. Giovanni _Battista. (detto « Be.Oiccia ») era l'ultimo della famiglia e, manilfesta-ndo egl: fin da ragazzo una vi va intelligenza, fu avviato e.gli stud~. Finito il licèo classico a Chiavari. il fratello maggiore Luigi, parroco nel popolare quartiere di Pre' a Genova, lo volle con sè per permettergli di seguire i corsi uni versi tari di d:ritto. «Baciccia» e'tr be cosi •modo di reguire e collaborare col fratello - morto poi santamente in ancor giovane età - nelle iniziative parrocchiali a. favore dei giovani operai degli ste,bil:menti genovesi. Si risvegliò cos! nel giovane studente cli famiglia artigiana un vivo interesse per le questioni socia.li ed operaie, allmen tate dalla conoscenza, fatta in quel per:odo, del prof. Toniçlo. al quale fu legato da particolare affetto. Appena laureato, .insieme ad alcuni comBiblioteca Gino Bianco pagni di Università e cli idealità, egli fondò il primo dei molti settimanali che durante la sua vita, sotto il suo impulso e la sua direzione, videro la 1uce: Il popolo italiano di Genova. Con tale giornale, quel gruppo di giovani intendeva diffondere nelle masse popolari gli ideali soc:ali cristiani che il Toniolo elabora.va e diffondeva fra stuclj.osi e politici. L'attività. del Valente fu. a cavallo del secolo, in un certo senso integrativa di quella scient·:fica del Toniolo, in quanto egli ebbe la costante preoccupazione di presentare in modo popolare, facilmente comprensibile alle masse dalle quali egli proveniva e tra le quali egli, nella sua costante povertà, tuttora viveva. le soluzion: econo1niche e sociali che la Chiesa aveva in un certo senso codificato nella Enciclica Rerum novarum. 1 Nel que.dro di questa attività divulgativa. acquistò una particolare importanza il Manifesto che il Valente la.neiò da Torino (dove si era trasfer:to con il suo giornale nel 1898), insieme ad alcuni amici. il 15 maggio 1899. Manifesto che è passato alla storia della prima « democrazia cristiana » con il titolo « Programma. di Tor: no ». :Nel 1900 il Valente si trasferl a Roma ove si ro5SoCiò ad un gruppo di giovani che segui va don Romolo 'Murri e collaborò 581

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