Lettere ai lavoratori - anno I - n. 11 - 30 novembre 1952

più perieoloso del '21. Se quella conquista era una «rivoluzione» sul terreno giuridico e non ha allora affrontato il problema delw proprietà fon.diaria e della sua rendita, in quanto erano così isvalOrizzate che i terrieri stessi venivano ad offrirle al minimo prezzo, oggi che essi Si avventano ad un micidiale assalto sulle terre, accresciuti di numero e di forza, lo stesso Lodo Bianchi, pur restando fermo nella -sua struttura, va integrato pregiudizialmente da un' altre rivendicazione, che è pure una « rivoluzione ». Essa dovrà concretarsi in una determinazione giuridica del la proprietà fondiaria, dei suoi diritti e delle sue. facoltà, non quale si desume dalle formule dei nostri codici originate da cleformazioni medievali, ma quale ,:eriva dalle fonti più pure del d,ritto e della sua elaborazione civile e che già il magistero romano forgiava disti nguendo sulla terra il « jus dominii » dal « jus possessionis». Per il cattolico, soccorre oggi al riguardo anche una parola « supe- * riore », che, rapportando la « pt'oprietà » alla persona, toglie a quella la figura e la sostanza di un « d,ritto reale» elevandola alla più alta (Concezione di un . « attributo afferente alla personalità umana». Si i;recisa cosi più ampia ancora la significazione del « jus posseSionis », ch,e diventa l'obiettivo di una positiva rivendieazione da inserirsi nella legge, a trasformazione sostanziale della sorte odierna di milioni di contadini e di altri produttori agrieoli, cb,e verrebbero finalm.ente liberati da tutti i pirati della terra. Egregio Direttore, senza la pretesa di aver dissipato il dubbio che questo evento Si effettui « senza guerra », m.i lusingo di. avere almeno portato un piccolo contributo a che esso si com - pia; grato a Lei di avervi concorso, vic(l,ando _nobilmente « il bando », che dal fascismo in poi ha gravato su una idea e una realtà storica, « scardinatrici di una Situazione sociale che durava da secoli», ad ispirazion~ e finalità cristiane. ]D)0CUM1ENT][ 1921: INTE"RVISTA CON MIGLIOLI E; alquanto sollevato, quant7.tnque la malattia, che fa molto lentamente il suo corso, non gli permetta di muoversi nè di lasciare il letto. Ed io che m'ero promesso di interrogarlo e sapere da lui cose che egli solo poteva dirmi con chiarezza e precisione, quasi mi pentivo del proposito e non osavo interrogarlo. Fu l'on. Miglioli a venirmi in aiuto. Bib 570 Gino Bianco - Tu Jmi credi più malconCio di quello che io mi sforzi di essere ... - ... o m.eglio di quanto- non volessero gli assalitori! - Forse. Comunque io sono ben lieto - e mi farai grazia solo del tono di voce - di poter illustrare a te cose che o non furono mai dette con chiarezza,

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