Lettere ai lavoratori - anno I - n. 10 - 31 ottobre 1952

ni tari e studiosi, si soffermino a studiare tutte le possibilità: perchè il problema trovi una soluzione favorevole. Il dramma del lavoratore t.b.c., sta tutto qui: la tem<i di non poter trovare una possibilità di impiego, quando sarà dimesso dal sanatorio; peggio, quello di sentirsi come fuori del mondo, relitto abbandonato, peggio ancora quello di ritenersi un qualche cosa ormai perduto alla vita sociale. Il problema quindi ha vari aspetti, il primo di ordine psicologico e cioè 02erare in modo che il ricoverato per t.b.c. senta di non essere qualcosa fuori del mondo, ma di essere sempre una persona viva in un mondo vivo; secondo: mantenere o migliorare, o trasformare la capacità professionale del ricoverato. Occorre quindi che la vita sanatoriale, pur nella disciplina delle cure, sia mantenuta nei limiti consentiti, in un clima sanatoriale « attivo >>, cioè trovar modo di far sì che il ricoverato anche durante il periodo di ricovero non sia inter-amente staccato dalla sua vita lavorativa. Quindi corsi e scuole, che siano collegate a quella data professione. Quiadi officine e laboratori di applicazione, naturalmente nella rigida disciplina delle cure sanitarie. E perchè tutto ciò? Il discorso si farebbe lungo. Bi eca Gino Bianco Esprimeremo in sintesi. Per migliorare la capacità professiunale e man tenere così il collegamento con la vita lavorativa del ricoverato; oppure, per quegli ammalati di cui la presunzione medica indicasse non più ,possibile il ritorno alla professione esercitata, approfittare del periodo di ricovero per trasformare in altra capacità professionale la capacità lavorativa del ricoverato. Particolarmente, in questi ultimi casi, si presenterà favorevole l'avviamento a professioni artigiane, di modo che l'ammalato possa essere indi- -rizzato ad un lavoro proficuo ed indipendente (legatoria orologeria, intarsio, sarti, eccetera). Istituti post-sanatoriali dj rieducazione e addestramento al lavoro, Cooperative di lavoro. Naturalmente occorrerà studiare il sistema di smistamento degli ammalati, invjandoli, secondo le categorie professionali, a quei sana tori, che siano attrezzati per gli scopi ~he si vogliono raggi ungere Non sono problemi semplici, ma certo non insolubi:i. Abbiamo già esperienze po- \>itive in Italia e all'este.ro,. che ci possono dare d~lle indicazioni incoraggianti. Il reinserimento nella vita attiva è, dopo la guarigione, l'aspirazione più viva di tutti 537

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