Lettere ai lavoratori - anno I - n. 10 - 31 ottobre 1952

Commissioni e Sindacati interne fascisti N EL 1926, dopo la legge sindacale del 3 aprile le Commissioni in terne furono abolite da un sindacato -che, basandosi su quella legge come punto di partenza, credeva di arrivare lontano. Credeva di poter entrare nella ~zienda e temeva che la Commissione interna potesse servire ai datori di lavoro come pretesto per negare al sindacato la possibilità di tale ingresso. Accadde che, abolite Le. Commissioni in terne, il sindacato restò fuori dall'azienda, fermo ai cancelli, a celebrare la cameratesca collaborazione corporativa. Situazione di disagio resa meno evidente dal fatto che allora il ,sindacato poteva ancora tenere un0 iniziativa abbastanza ricca di promesse e l'aspettazione del ... le masse era in gran parto sinceramente fiduciosa. Con 1o sbloccamento della Confederazione Nazionale dei Sindacati, nel dicembre del 1928, l'iniziativa cessò di apparteB u11v eca Gino Bianco LUIGI FONTANELLl nato nel 1905, già direttore del « Lavoro Fascista » nere --ai sindacati dei lavoratori per passare al Ministero e lì declinare fatalmente. La Confederazione dei Lavoratori dell'industria, appena enucleatasi dalla Confederazione Nazionale sbloccata, pose la questione dei fiduciari d' azienda, cioè ripropose la necessità delle Commissioni interne in un modo che apparisse meno preoccupante ai datori di lavoro. Ma ci si illuse: le preoccupazioni ci furono egualmente tanto che occorsero ben dieci anni perchè la stessa Confederazione riuscisse 'id ottenere l'istituzwne del fiduciario aziendale integrato da un numero variabile di corrispondenti di reparto. Sia per il pretesto della guerra prima imminente quindi sopraggiunta, sia per la situazione di stasi pressochè 533

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==