<JJemocrazia nel/' impresa I nuovi rapporti sociali O GNI TANTO affiorano discussioni sull'inserimento dei lavoratori nella vita aziendale. Secondo al- -cuni, una vera :soluzione sarebbero i Consigli di Gestione, -secondo altri l'Azionariato operaio, secondo altri ancora i Comitati aziendali di pro- -duzione. Tutti questi tentativi nascono dalla sentita necessità •e convenienza di ùna maggiore e più sincera collaborazione fra lavoro, tecnica e capitale nell'ambito nazionale, al fine <li un miglioramento e di un minor costo della produzione e di una più giusta ripartizione del reddito e della proprietà. Durante la guerra in alcuni ·stati si ebbe una fioritura cli -organi di vario tipo aventi scopo collaborativo. Nell'immediato dopoguerra un po' ovunque sorsero questi organismi. In Italia, purtroppo, i Consigli di Gestione portarono due tare di origine. La maggiore è imputabile ai datori di lavoro i quali -concessero i Consigli di Gestione per paura del peggio I 530 a Gino Bianco ALBERTO CA:JELLI nato nel 1904, democristiano, vice segretario della C.I.S.L. e per dare un contentino ai lavoratori che chiedevano di poter vedere cli più e di essere partecipi alla vita aziendale. Diedero per paura e senza sincerità .trovando ogni mezzo per annullare l'efficienza dei Consigli di Gestione o per renderli organismi in funzione di protestanti presso i pubblici poteri o cercatori di ordinazioni e di finanziamenti governativi. L'altra tara fu la- riserva mentale dei comunisti i quali, installatisi in maggioranza nei Consigli di Gestione, diedero a questi una intonazione politica usandoli non come organi di collaborazione ma come mezzo di propaganda politica e di lotte classiste contro le aziende. I lavoratori, non maturi, non preparati a queste faccende, non parteciparono alla vita dei Consigli di Gestione e lasciarono quindi che le due colpe
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