Lettere ai lavoratori - anno I - n. 10 - 31 ottobre 1952

ziamen ti e, indirettamente, disinteressandosi in pieno, fino a pochi anni or sono, delle tariffe, permettendo così alle imprese larghi autofinanziamenti. Nell'esame dei rapporti fra Stato ed imprese elettriche non si può oggi prescindere dal fatto che lo svilupp·o industriale del nostro paese non può essere posto sul piano di un normale incremento prebellico. La ricostruzione delle attrezzature distrutte dalla guerra, il nuovo indirizzo economi,co m·ondiale, che ha portato al riammodernamen to ti-ella nostra struttura produttiva, l'industrializzazione del 1'1-ezzogiorno appena all'inizio, sono fatti economici e sociali che possono trovare successo soltanto con un adeguato incremento della produzione elettrica. E raggiungere il successo è un impegno del Governo, il quale deve necessariamen te superare posizioni tradizionali. Le < strette > non si eliminano con l'indiscriminato aumento di tarif-fe, come è a vvenu to nel passato e come il passato sta a dimostrare. I 20 miliardi di chilovattore del 1941 avrebbero dovuto raddoppiar- ~i, col tasso medio annuo d'incremento del 10 per cento, alla fine del 1951, mentre invece abbiamo superato di poco i I 516- eca Gino Bianco 29 miliardi di chilovattore, lasciando insoddisfatta UJ).a vasta utenza, e arriveremo alla fine del 1952, a programma realizzato, alla producibilità idroelettrica media annua di 31 miliardi di chilovattore ed alla producibilità termoelettrica media annua di 6 miliardi di chilovattore: sempre insufficienti alle necessità del no- ,stro paese. Questa constatazione ci porta subito ad una conclusione: che di fronte alla don1anda sempre crescente di energia elettrica non vi è possibilità alcuna per ora - e non possiamo ancora sapere per qnanto tempo - di far operar<! la legge di .mercato; n-on r possibile cioè che l'equilibrio possa nel frattempo ottenersi attraverso una contrazione della domanda che .si potrebbe realizzare soltanto con un sensibile aumento delle tariffe, tanto da scoraggiare gli utenti: ma ciò rappresenterebbe un colpo di arresto, e forse mortale, allo sviI uppo economico e sociale del Paese. Il mantenimento . del b1.occo dei contratti è perciò una necessità assoluta. ·Ma se la legge di mercato nun può operare, non vuol dire che non si debba ricorrere a dei correttivi per eliminare dannose conseguenze economiche. Occorre che lo

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