Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 8-9 - ago.-set. 1952

strascichi di rancoo-i, I.Senza riuscire in alcun modo a risolvere ,neanche in ~iccola parte il ,problema. Lo Stato non può disinteressarsi anche .per quelle che sono le interferenze fra la sua azione e le forme che la crisi viene assumendo. Per esem,pio, come non cons1aerare l'ingiusta condizione di fatto, per la quale secondo le vigenti e11- · .spos121on1, una serrata che l'industriale decida som.mar1amente per sottrarsi ad una controversia con la maestranza non è ritenuta agli effetti del sussidio come periodo di disoccupazione per gli oiperai '? Dopo tali serrate, la maestranza non ha altro da scegliere se non recarsi ad limina, subendo le nuove condizioni per evitare il disastro definitivo, perchè neanche la sovverrà quel .sussidio .di disoccupazione che le permetta per lo meno di difendersi con qualche ma-g.giore possibilità. Essa è consegnata spesso, e non per vana frase, alla discrezione dei proiprieta:ri i quali, è utile che lo riconosciate tutti, a qualunque classe ap!)arteniate, sembra comincino a profittare del momento per .gravaire la mano anche su quelle conquiste della classe operaia che non ave~ vano alcunchè di 1 smoderato ed eccessivo o di contrario al diritto di proprietà e a non so quale altro diritto, come oggi si è s,co,perto, ma avevano il 8ignifi-cato di un ma,ggiore equili,brio di giustizia nella vita morale e sociale, che non si può disconoscere. (Applausi). (da « Il Domani Sociale », del 14 agosto 1921) ~-~ Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che, te· nendo in pugno il denaro, la fanno da padroni, dominano il credito e i;adroneggiano i prestiti; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso di cui vive l'organismo economico, ed hanno in mano, per così dire, l'anima dell'economia; SiCChè nessuno, contro la loro volontà, potrebbe nemmeno respirare. Una tale concentrazione di forze e di potere, che è quasi la nota specifica della economia contemporanea, è il frutto naturale di quella sfrenata libertà di concorrenza che zascia sopravvivere solo i più forti, cioè, spesso i più violenti nella lotta e i meno curanti àella cosCienza. (Dall'EncL~lica « Quadragesimo Anno » di Pio XI) E 452 ca Gino Bianco

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