Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 8-9 - ago.-set. 1952

amore, giustizia e diritto. Voi dovete dare un grande ese·mpio: H lodo segna soltanto lo inizio del vostro trionfo, ma di fronte agli altri vi segna una grande responsabilità. E voi dovete prodigare il lavoro, aumentare il risparmio, 1noltiplicare le attività sociali per dimostrare la bontà del movimento e la bontà del principio che .anirna la vostra organizzazione. Parlando in suo nome, io non posso tacere- lo sforzo del partito popolare italiano che oggi è avversato da chi fino ad ora aveva avuio il monopolio dell'economia e della vita na.zionale, avversato da tutti gli altri partiti. Ma noi siamo in disparte per effettuare un principio di giustizia e di concordia e non la. dittatura di una qualsiasi classe; nè di quella operaia nè di quella padronale. Noi pensiamo che solo nella giusta ele1:1azione di tutti si trovi l'equilibrio delle classi sociali». Conclusione La situazione psicologica, politica e ~ociale è o·ggi molto mutata da allora? Non crede; e, per le varie ra 1 gioni suaccennate, ritengo cihe in Italia la soluzione meno difficile della complessa questione agraria sia quella della piccola proprietà e del piccolo affitto. Soluzione non certo ideale per l'assorbimento d.i mano d'opera e per la produttività; per quest'ultima si potrà rimedi-are con \ Bi MB ;a Gino Bianco mutue, consorzi e simili, forme cioè che non offendono troppo quello spirito individualista e indisciplinato, che è insopprimibile nella nostra gente, ed ha suo correttivo nella intelligenza e industriosità. Il comunismo, spregiudicatamente abile nel tirar gente, ha capito la cosa e si fa sostenitore della picc,Jla proprietà e del piccolo affitto, mascherando la sua teoria del, collettivismo statale e la applicazione spietata che ne fa nei Paesi dove è ar·rivato al potere. Anche il Governo però, nelle varie leggi agrarie, ha imboccato la strada giusta; cioè verso la diffusione della piccola proprietà e del piccolo affitto. Una ri,prova di questa tendenza della cil.asse contadina è data dal fatto che, specie in pa,ssato, nella Valpadana e altrove sorsero spontaneamente numerose piccole proprietà. Resta insoluto il ca.so delle azJenide, s p e e i e della Val- ,padana, (me·glio della pianura padana) tecnicamente non frazionabili. Qui, se non si vo·gliono ripetere ,gli esperimenti di rufifittanze collettive o di co()(I)erative, bisogna cercare altra soluzione. (La quale però - è bene dire sulbito - poco varrà ,per l'a•ssorb.imento del bracciantato, giacché il contadino non è certo proclive a cariicarsi di un grave peso di mano d'opera). La ,soluzione non può che ripercorrer-e il binario tracciato dal Lo-

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