Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 8-9 - ago.-set. 1952

zio in modo da farne lo scudo di protezione dell'organizzazione operaia minacciata in ogni sua forma. Parlai se1nplicemente ed esplicitamente. Anzi tutto posi ogni cur1 nell'eliminare ogni equivoco sulla rea;ltà della. mia posizione. Io non rivestivo nes .. suna funzione ufficiale nell'organizzazione sindacalista e non mi ritenei·o autorizzato comunque a rappresentare D'Annunzio. Molto meno potevo lasciar credere alla favoleggiata mia influenza sul Comandante. Tuttavia avrei fatto del mio megl.io per convincere i miei compagni dell'Unione Italiana del Lavoro dell'utilità generale di realizzare l'unità sindacale se ci fossimo messi prEventivamente ri'accordo sulle basi dell'unità stessa: indipendenza da ogni partito politico ed accettazione esplicita del principio nazionale. Aggiunsi subito di non credere che l'unità si potesse rag1iunf}ere mediante l'assorbimento delle varie organizzazioni in una di qtlelle esistenti prospettando invece la necessità di una Costituente Sindacale; e misi in rilievo che - pur senza aprioristiche esclttsioni personali -- bisognava convenire prelirninarmente che gli elementi direttivi di qualsiasi organizzazione gravati di responsabilità per gli errori del passato, avrebbero dovuto tirarsi in disparte per favorire l'unità, che doveva essere il mezzo per salvare il movimento operaio e non alcune posizioni personali. Infine esposi l.'opinione che - per assicurare il successo alla iniziativa BibliÒteca Gino Bianco unitaria - sarebbe stato utile àarle il nome di un organizzatore noto che esprimesse, come si1nbolo immediatamente comprensibile, i concetti pregiudiziali dell'unità: indipendenza dell'ornanizzazione operaia da qualsiasi partito politico e riconoscimento del principio nazionale. Proposi anche il nome: Rinaldo Rigola. Egli che da quattro anni stava in disparte, che non aveva mai partecipato ad atti antinazionali e che si era dimesso da segretario della C.G.d.L. appunto per non accettare l'asservimento di questa al partito socialist,a, mi pareva il più indicato f1, simboleggiare ed a garantire l'invocata unità nei ncstri riguardi, mentre nei riguardi dei confederali poteva essere il pegno della disinteressata lealtà con la quale i sindacalisti s'apprestavano all'opera unitaria. Conclusi ripetendo che queste erano le mie idee personali, non avendo alcuna veste per rappresentare chicchessia; · ma che m'impegnavo a sostenerle presso i miei compagni nella fiducia di vederle accettate. DoveI confederalciominciano a ciurlarenel manico Quando facevo questo discorso, non conoscevo che di vista Rinaldo Rigola. La mia proposta era dunque del tutto spoglia di ogni altro elemento che non fosse il desiderio sincero di stabilire basi più sicure per l'unità sindacale. Ritenevo ino(- tre che il nome di Rigola fosse veramente caro, ai migliori con429

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==