Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 6-7 - giu.-lug. 1952

f2ellera dal l1alicano In occasione della Settimana Sociale di Francia., Pio XII ha inviato al pres~dente, Charles Flory, una lettera di C'l:.i riportiamo i punti più salienti. Gl L FINE DELL'ORGANISMO economico e sociale è quello di proV curare ai suoi membri e alle loro famiglie tutti i beni e le risor~e della natura e dell'industria, come pure un'organiZzazione sociale della vita economica ha il modo di procurare loro. E, precisa la Enciclica « Quadragesimo anno», questi beni devono essere molto abbondanti per soddisfare i biSogni di una onesta sussistenza e per elevare gli uom,·ini a quel grado di agi.o che, 'itsato con sagge=:za, non è ostacolo alle virtù ma ne facilita anzi molto l'esercizio. Ora, se è vero che per soddisfare questo obbligo il mez;.,o più si· curo e più naturale è quello di accrescere i beni disponibili per me:: zo di un sano sviìuppo della produzione, è necessario inolt1 e nel perseguire questo sforzo, avere cura di dividere giustamente il frutto deì lavoro di tutti. Se una tale giusta distribuzione dei beni non venisse attuala o fosse soltanto imperfettamente assicurata, il vero scopo dell'economia nazionale non verrebbe raggiunto poichè, per quanto pbssa essere grande l'abbondanza dei beni disponibili, se il popolo non è chiamato a parteciparvi, questi non sarebbe rieco, rr.a povero. La distribuzione di base Bi attua originariamente e normalmente ·in virtù di un dinamismo continuo del processo economico sociale, <li cui Noi abbia11,o JJar:,ato; e questo è per un grattcle num,ero di uomini l'origine del salario come retribuzione del loro lavoro. Ma non bisogna perdere di vista che, sotto l'aspetto dell'econo1nia nazionale, questo salario corrisponde alla rendita del lavoratore. Capi di impresa ed operai sono qui i cooperatori di un'opera comune, chiamati a godere del beneficio netto e globale della economia e, sotto questo aspetto, la loro mutua relazione non li pone in alcun modo gli uni al servizio degli altri. Riscuotere il proprio salario, Noi dicevamo, è un appannaggio della dignità personale di ognuno, sotto una forma o sotto un'altra ... e dà il suo concorso produttivo al ren-- dimento dell'economia nazionale. Ma dal momento che tutti « mangiano alla medesima tavola », per così dire, sem.brerebbe giusto, nel r·ispetto delle diversità delle funzioni e delle responsabilità, che le parti di ognuno siano conformi alla loro comune dignità di uomo, ch6 esse permettano in particolarR al più grande numero possibile di persone di partecipare alla indipendenza e alla sicurezza che dona la proprietà privata e di godere con le loro f am.iglie dei beni dello spirito e della cultura ai quali sono ordinati i beni della terra. B ·b1· 416 G' s· , ,al ,no ,anca

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