governativo omaggio all'allora capo Provvisorio dello Stato on. Enrico De Nicola. col 12 agosto 1947, nuovo decreto che entrerà in funzione un mese dopo, il 13 settembre. Viene unificato il trattamento in tutto il territorio nazionale e s'inizia una « nuova gestione ». La cassa interverrà a pagare per un massimo di 16 ore alla settimana, cosicchè per garantire Te 40 ore, bisogna che l'Azienda faccia fare ai lavoratori almeno 24 ore. Il contributo è del 6611 /o per queste 16 ore integrative. L'integrazione viene accordata per un massimo di tre mesi, in sede provinciale. C'è .poi la possibilità di ricorrere a Roma oltre che presso l'apposita commissione dell'INPS anche presso il Ministero del La varo. però concetto fondamentale per la concessione dei sussidi di integrazione è che « la sospensione del lavoro sia di natura provvisoria ed eliminabile in breve tempo ». Ora di fronte alla sopravvenuta crisi industriale c'è da chiedersi: può reggere ancora l'attuale concetto informatore del meccanismo finanziario della cassa Integrooione? o non occorre ,piuttosto rivederlo? Qualche organizzazione operaia ha risolto semplicisticamente il problema, chiedendo che fosse dato, durante la criSi, a tutte indistintamente le aziende un minimo di 6 mesi d'integrazione, anche se sono a zero ore settimanali; il che praticamente equivarrebbe a tornare alla soluzione ereditata a{ Nord con la Liberazione - anche se Bibli · ,a Gino Bianco invece del 750/o d'integrazione di allora viene dato oggi solo il 66"/o. Ma per la verità allora in fase d'inflazione e di aumenti il 750/o era meno del 66 odierno. Ci pare piuttosto che se dovesse perdurare la crisi, se come sembra per malte aziende la crisi derivi dalla necessità di chiudere vecchi stabilimenti per rinnovare integralmente gli im,pianti; se peraltro i principi di solidarietà operaia sono ancora da considerarsi validi, perchè, a parer nostro, non si potrebbe passare dal criterio di una cassa Integrazione Guadagni al criterto di una cassa R·ipartizione Orari? In parole povere, fissato 1.ln mtnimo di 40 o di 36 ore settimanali, calcolate le stesse su un salario m.edio convenzionale, la Cassa dovrebbe ,percepire dalle A ziende dove si superano i. mintmi orari fissati e riveduti perio, dicamente, settore per settore, un « quid », e questo « quid » tramite la Cassa versarlo alle azienc:e per i lavoratori che sono al disotto di tali minimi, e come orari e com e guadagni. Con quest'altro criterio sL potn:bbe garantire a tutti un mintmo « salariale » il che assicura altresì un « minimo di capacità di consumo » ciò che contribuirebbe a sm.altire le eccedenze di magazzino, e assicurerebbe contro le cri Si di « sovra produzione ». Con un po· di buona volonti1 si potrebbe in seguito rivedere con analogo r::rìterio di ripartizione le posizioni dei lavnratori disoccupati e det brace-tanti agricoli. L. M. (Ve-:::chio organizzatore sindacale) 413
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