Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 6-7 - giu.-lug. 1952

ritto ad avere subito il 70 0/ 0 della somma rappresentata dalla differenza fra la cHra risultante dall'inventario e qtiella richiesta dal padrone-direttore. In un simile congegno, solo gli agricoltori intelligenti, onesti e favorevoli ai contadini, avrebbero potuto resistere o progredire. L'agricoltore, divenuto « agrario», ( col quale aggettivo sostantivato si intese di definire chiunqt.:e, con animo e metodi fascisti. contrastasse l'elevazione eco1:01nica e sociale del contadino), doveva ineluttabilmente cedere e scomparire; a meno dl rjcorrere, come avvenne, ad ogni violenza, per sopraffare i lavoratori della terra nella conquista del loro riconosciuto diritto. Gli agricoltori cremonesi e tutto lo agrarismo si organizzarono, al1' uopo, in una istituzione, che si chiamò Confederazione generale .dell'agricoltura, una anticamera del fascismo, e scelsero appunto il metodo della sopraffazione fascjstn., che rispor-deva di più al loro animo ed al loro i6tinto. Incomincia cosi un'altra fase della lotta dei contadini, la quale durò un anno intero, fino all'autur-no del 1922. Gli agricoltori impugnano il Lodo Bianchi davar1ti all'autorità giudiziaria; prima, presso il Tribunale di Cremona, che lo riconosce perfettamente legale; poi, presso la Corte di Brescia, che, pur ammettendone la sostanziale legalità, ne amputa la parte che riguardava « l'estromissione » dell'agricoltore. Forse con q"Gesto temperamento essa mirava a riavvic!nare le parti in conflitto. Ma l'agrartsmo non cedette. Che gli importava ormai di offendere Biblioteca Gino Bianco l'autorità git"-diziaria e persino di contrastarne un'alta decisione? L'agrarismo era divenuto una cosa sola col fascismo; non solo, ma fascismo e agrarismo alleati aveva.no ottenuto la solidarietà tanto del liberaUsmo conservatore e della sua stampa, qt:?anto della stessa democrazia e del riformismo borghesi. Nelle elezioni politiche del 1921, gli esponenti democratici e riformisti si erano b~occati in lista con qtrelli tipicamente agrari e fascisti E da questa unione, la lotta padronale contro i diritti dei conLASENTENZDAI BRESCIA La Corte di Appello di Brescia con sua sentenza del 4 gennaio 1922 concludeva: « La Corte chiamata a esercitare sul capitolato Bianchi, un sindacato non di merito, ma di legittimità, cioè non a giudicare se esso intrinsecamente è biLono o non buono, ma se i suoi autori non sieno usciti dal mandato loro commesso, trova che in due punti questi hanno realmente esorbitato dal mandato, cioè nel punto che attribuisce ai contadini, alla fine del contratto, il diritto di entrare in gara col conduttore per acquistare le attività dell'azienda che so~ no esclusive di l'lti, e nel punto riguardante il modo di com,posizione del collegio probi virale. In tutto il resto il Capitolato è valido e obbliga- ~ torio, a norma dell'art. 17 del- } la legge 7 aprile 1921 ». 403

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