Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 6-7 - giu.-lug. 1952

CUn ese,npio di "cogeslione ,, IL LODO BIANCHI In altra pagina della Rivista è riportato un brano di Luigi Sturzo in cui si ricorda il « Lodo Bianchi» conquistato dopo tenace lotta dai contadini, organizzati nelle leghe cattoliche, le leghe « bianche » alla cui testa era Guido Miglioli. Dal libro che il Miglioli ha edito presso il Garzanti ed intitolato « Con Roma e con Mosca » togliamo il seguente brano, mentre in un pross·imo nurnero Giuseppe Cappi commenterà il valore politico, soeiale e giuridica che ebbe il fan-~ osc ~ Lode » Il Lodo Bianchi poggia sostanz:almente su due principi: 1) lo agricoltore cessa di essere il padrone; egli diventa il direttore q'azienda, al quale è attribuito UIJ. salario, un modico interesse del capi tale impegnato, una partecipazione agli utili netti alla fine di ogni annata agricola; 2) il contadino cessa di essere il .salariato e diventa un socio dell'azienda, egli pure con un minimo di salario, rappresentato dal patto colonico; col diritto di partecipare alla ammini,strazione dell'azienda, mediante un controllo su di essa esercitato da due suoi rappresentanti; col diritto anche di avere una parte degli utili netti. La divisione degli utili è fatta nella rr1iisura del 70 O/o ai contadini associati, menBiblio1g a Gino Bianco * tre al direttore d'azienda vengono devoluti gli altri 300/o. Ma il punto critico è il seguente: i contadini hanno il diritto di immettere delle loro quote in denaro nel « capitale agrario» dell'azienda associate.; e quando essi arrivano, insieme, a raggi ungere la metà del capitale suddetto, essi hanno il diritto di « estromettere » chi ne era padrone, divenuto direttore di azienda. Questi non ha che un sol mezzo per salvarsi, quello di cbieclere, per la cessione della sua metà di capitale, una somma superiore a quella risult3,nte dall'ultimo inventario annuale. .Allora i contadini possono o accettarla, ed in tal caso egli è estromesso; o rifiutarla, e in qeesto caso essi hanno di-

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