Cronache del presente Il eomlllereio con gli inglesi Il Governo ingle.~e si prepa1 tl ad, un nuovo e poderoso giro di vite, per sbarrare quasi completa1n ente, in nome dell'« austerity » il proprio mercato alla nostra esportazione orto frutticola. Ci sembra venuto il momento di chiedere agli illustri uomin,i cn~ continuano, nelle varie consultazioni internazionali, ad elaborare formule di solidarietà politica e militare fra gli Stati europei. ,re credano che sia questo il modo migliore per preparare il terreno alla progettata e conclamata «unità» dei popoli d'Occidente. Un paese a base agricola com,e il nostro deve fare sicuro assegnamento - specie in momenti eccezionali - su quello che possono assorbire di questa produzione i grandi Paesi che non ne hanno certamente in esube1·anza: esempio tipico gli agrtLmi della Sicilia che sempre ebbero in Inghilterra e nel Nord Europa il m agqior sbocco e la maggior « clieniela ». ( dai giornali) I I I ;1 v o 1· o a, «I o n1 i e i I i o Tale sistema va assumendo proporzioni sempre più notevoli, provocando assai gravi conseguenze specie in questi momenti di difficoltà in parecchi settori dell'industria, soprattutto quando èettc, lavoro viene svolto non da prestatori d'opera aventi un regolare rapporto con ditte industriali. bensì clandestinamente, sfuggendo quindi a tutte le norme di legge in mat"eria fiscale ed assicurati va. Nel campo èella tessitura serica ed affini, che ha nella nostra zona il suo maggior centro, si può dire che su 25.000 telai installati presso stabilimenti industriali esis~ono all'incirca 7.000 tele.i battenti a <1om1cilio, con una produzione · giornaliera di almeno lioteca Gino Bianco 200.000 metri di tessuti, senza contare poi che i lavoranti a domicilio lavorano per lo più un numero di ore giornaliere anche superiore a quello degli stabililimenti. IQfatti, i vari membri èelle. famiglia. 51 alternano al telaio, e quest'ultimo viene tenuto in attività anche 10 e fino a 14 ore al giorno. Data quindi la difficoltà lli sostenere tale concorrenza clandestina per le aziende indu&trjali, s1 presume che il sistema tenèa continuamente ad ampliarsi. aggravando la crisi industriale. (da « Situazione industriale e relazione sull'attività dell'unione industriali di Como» del marzo 1952). 385
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