so di vertenza, si dovrebbe fare ricorso a commissioni arbitrali o addirittura a speciali magistrature. Non è del parere, invece, che Si debba fare riCorso alla Confederazione generale del lavoro in quanto 3i esulerebbe dai suoi speoi fici compiti. Si dichiara contrario al diritto di serrata in quanto lo considera una forma di rappresaglia che bisogna impedire perchè la impresa è un fatto sociale e, come tale, non può sottrarsi all'obbligo di dare lavoro. PRESIDENTE pone il quesito se il diritto allo Sciopero debba essere esteso anche allo sciopero di carattere politico o debba essere limitato al campo strettamente economico. DI VITTORIO, Relatore, si dichiara favorevole rper un illimitato diritto di sciopero, senza nessuna restrizione, comprendendo quindi anche lo sCiopero politico. Rileva che tale sua affermazione potrebbe sembrare assurda, considerandosi egli rappresentante delle masse lavoratrici che fanno parte dello stato e Che non sono contro lo Stato; m.a pensa che lo sciopero sia un'arma eccellente di, difesa della democrazia e dello stato democratico. Non quindi arma contro lo Stato ma contro periColi di una eventuale evoluzione in senso reazionario dello Stato stesso. Cita a questo :proposito il caso dell'ex Re d'Italia che esitava ad abbandonare il Paese dopo la proclamazione del risultato del referendum; in tale occasione la Confederazione generale del lavoro essendo a conoscenza di tentati1Ji di colpt di mano da parte di gruppi reazionari aveva già deciso in una sua riunione Biblioteca Gino Bianco lo sciopero generale congegnandolo in modo da favorire le forze democratiche e con·temporaneamente paralizzare i gruppi reazionari. Lo seio.pero generale politico nelle mani delle grandi masse lavoratrici può quindi considerarsi come uno strumento di difesa delle democrazie. RAPELLI, CoTrelatore, è contrario allo sciopero generale politico cosi come lo intende l'onorevole Di Vittorio. Ammetterne la legalità significherebbe. a suo avviso, rendere invalida la costituzione in partenza. Si riconoscerebbe, infatti a una parte dei cittadini, il diritto di rendere carente l'attività dello stato e di farsi giustizia da sé in una materia non sindacale ma politica e che, in quanto tale, deve rimanere soggetta alla diSCiplina dello stato. Bi leva, in fine, che. se desta preoccupazione lo sciopero degli addetti ai servizi pubblici, a maggior ragione deve preoccupare la eventualità di uno sciopero qenerale politico. PRESIDENTE rinvia la discussione alle 17. MOLE' (indipendente di sinistra). - Pensa che il pubblico funzionario vada concepito come colui che esercita le funzioni dello stato, come colui nella cui azione si obbiettiva la sovranità dello Stato e che, quindi, non può scioperare contro lo Stato, perchè sarebbe lo Stato che sciopera contro se stesso. Il ferroviere può in qualche maniera non identificarsi, e spesso non si identifica, con lo Stato; ma il magistrato, colui che appartiene alle forze di polizia, colui che è nell'esercito, sono lo Stato, rappresentano lo Stato nelle sue funzioni sovrane. Il giorno
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