seguenze sociali. Il disoccupato per sei mesi (se è in regola con le « marchette ») perceplsce un misero sussidio, 1Poi più nulla. Per tre mesi (sempre se è in regola con le \(marchette») ha diritto alla assistenza medica per sè e per i suoi, poi più nulla. Nel oreve spazio di sei mesi perde in pratica ogni diritto di essere assistito dalla società, viene abbandonato a se stesso, alla sua disperazione e alla sua miseria. Gli uffici del Lavoro non lo chiamano quasi mai, resta li nelle liste della disoccupazione. come un numero per le statisticht. I corsi di qualificazione, colle gravissime deficienze alle quali accennavo sopra, sono aperti per una piccolissima minoranza. Il cantiere di lavoro a 500 lire al giorno, senza assicurazioni sociali, si apre anch'esso solo ai fortunati, ed è reputato una fortuna nonostante il suo aspetto insieme di elemosina e di sfruttamento da tutti sentito. Per la maggioranza null'altro che la vita di espedienti sopra narrata. E intanto dalla pressione sul mercato del lavoro di tante .braccia inutilizzate sorge la possibilità di ribadire ancor più le catene di questi nostri fratelli disgraziati. Spesso - nelle medie e piccole industrie specialmente - l'imprenditore fa un contratto capestro col disoccupato che Bib 34-2 l Gino Bianco batte alla porta della sua offi·cina: sì avrai un lavoro di un mese o due per te, ma dovrai venire per questa ricom ... pensa x (magari al di sotto della paga sindacale, o talvolta anche al disopra) e senza assicurazioni sociali. Preso nella morsa della fame il disoccupato accetta; non avrà le « marchette » e perciò la assistenza, ma non morirà dl fame per qualche settimana e il datore di lavoro sfuggirà agli oneri che la legge gli impone. Poi, finito il periodo concordato, il disoccupato torna sulla strada e dopo qualche giorno l'imprenditore assume un altro « disperato ». L'evasione ha dimensioni notevoli e l'Ispettorato del Lavoro non ha mezzi sufficienti per controllar la. La macchina della miseria genera una prole di lacrime e di sfrutta ... menti. Poì, sempre per sfuggire agli oneri previdenziali c'è la assunzione «amichevole » di pensionati dello Stato, ci sono le ore straordinarie e l'impo-• sizione di un ritmo di lavare più celere che permetta « ridimensionamenti ». Dall'altro lato ci sono le famiglie fortunate in cui due o tre membri - o magari tutti - lavorano. Il disoccupato sa tutte queste cose e vede che la società non lo tutela, un senso dl scoruforto o di ribellione lo assale ed è cosa mirabile ve-
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