levata da una parte dei suoi mali più gravi (la fame, l'ozio, il sudiciume, il delitto) e, nel tempo stesso, i più poveri possono essere sollevati dall'estenuante spettro del bisogno. Un Paese come l'Italia . - pur nell,a modestia dei beni di cui dispone - deve rivendicare il suo posto in questa battaglia di uomini civili contro i mali generati dalla nostra stessa civiltà. Se riuscissimo u persuadere i legislatori che questa nostra battaglia non parte da il~usioni utopistiche, ma da· una consapevolezza attinta allo studio e alla meditazione, un grande pass10 avanti avremmo compiuto sulla via tlell'umano progresso. A questo fine, quanti malgradc le de:lusion1, le arnarezze, le difficoltà di ogni <sorta - crediamo ancora nel civile progresso degli uom1n1, dobbiamo dare tutto il possf.,;, bile contributo, non di vani discorsi, ma di azioni e di opere. La disoccupazione a Firenze La prima esperienza di indagine diretta per l'Inchiestn Parlamentare sulla disoccupazione è stata per me estrema-- mente interessante. Niente può infatti sostituire il contatto umano: nè la statistica. nè la dottrina nè l'esperienza . ' legislativa. Il problema della disoccupazione è apparso a me con una nuova chiarezza dopo le due lunghe giornate d'interroga.tori ai disoccupati :fiorentini. Tutto si è sistemato in una organica e coerente scala di valori: ogni questione ha preso naturalmente il suo posto nella .graduatoria delle urgenze, i difetti e le deficienze dell'attuale sistema legislativo per la disoccupazione B·1t 340 G' s· a 1no 1anco sono apparsi con una evidenza indiscutibile e con uguale evidenza è apparsa alla mente la necessità di trovare i rimedi. Non è possibile qui trarre del'le •conclusioni e nemmeno fare ,delle considerazioni che impegnino una responsabilità collettiva della Commissione. Anzi direi che non è neppure possibile a me stesso di trarre del.le conclusioni, poiché l'indagine è appena agli inizi. Tuttavia qualcosa è possibile dire dopo gli interrogatori fatti a Firenze insieme ai colleghi Cappugi e Natali oltre che ai disoccupati, ad autorità, sindacalisti. rappresentanti di datori di lavoro, di artigiani, di commercianti.
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