Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 5 - 31 maggio 1952

Dalla moltitudine anonima uscì il condottiero: Giuseppe Massarenti. Egli fece il solco e pr·imo gettò il sem,e nella bufera. Il condottiero In questo farmacista campagnolo vi è il condottiero dalla mano ferma, dall'iniziativa pronta e decisa ed insieme l'educatore ed il padre. La fede sta in lui come fuoco acerrimo. Organizzatore pertinace e indomito cui l'avversità non sgomenta, ha durato trent'anni per dare ai pezzenti del suo borgo umane condizioni di vita. E' vissuto e vive immutato immutabile devotissim.o alla causa cui si è votato. Idealmente deriva da Camilla Prampolin,i e da Andrea Costa. Uomo pratico che tende alle realizzazioni anche in ispiccioli esemplificatore didas('alico, mira sempre a delle conclusioni. Non ha mai avuto tempo da perdere nella lotta di tendenza. Non si irrigidisce in alcuna teoria, in alcun metodo aprioristieamente. Vi è in lui, nella sua azione la agilità della gomma. Oratore semplice, alieno da fiori retorici da ricercatezze stilistiche è irresistibilmente persuasivo. L'aringa oratorio non è fatto per lui. Ama scendere a parlare fra la folla piuttosto che dalla bigoncia. Non ha mai aspirato alla celebrità nè avuto ambizioni di carriera politica. Ama ardentemente il suo borgo cui la fazione avversa gli vieta la residenza. Ma anche assente egli è onnipresente in ispirito. I fedeli lo guardano con am.ore. con orgoglio, con fiducia e gli obbediscono. E' il nume immutato, inamovibile, il genio locale,· l'autorità di questo signore spirituale che ordì na consiglianBibliotecaGino Bianco do è illimitata e si alimenta di devozione e di consenso. Oggetto d·i basse diffamazioni, si difese vigorosamente. Lo costrinsero all'esilio e lo portarono in tribunale. I suoi accusatori che avevano tentato colpirlo alla macchia. posti al suo confronto non osarono, si confusero, si squagliarono, gli dissero la loro stima, lo riconobbero per quel che è: un uomo di fede, un galantuomo e un benefattore. Fioritura di opere civili Sotto la sua guida i lavoratori si organizzarono compatti in leghe di reSistenza pervenendo a lavoro Sicuro e a paghe rimunerative. La mano d'opera fu monopolizzata. Difficile ripartire equamente il lavoro dove sono necessari i turni e dove V'i è pletora di braccia senza averne il monopolio. Gli agrari contesero a palmo a palmo il terreno alle organizzazioni anche con mezzi extra-legali. Sperperarono denaro in crumiri spendendo di più che con la mano d'opera leghista, abbandonarono raccolti mandandoli dispersi pur di fiaccare la resistenza avversaria,· provocarono. sobillarono e montarono vaste campagne diffamatorie. Invano. La lotta si inacerbì, si arroventò, sconfinò nello spietato eceidio di crumiri a Guarda nel 1914. Allora Mussolini fu colà ad esprimere la sua solidarietà ai socialisti. Il duello ebbe la sua sosta. Massarenti ed altri accusati di avere preordinato l'eccidio dovettero rifugiarsi a San Marino 309

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