Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 5 - 31 maggio 1952

se nello stabiLimento! Non penso siano questi i sistemi da generalizzare. Un aspetto indubbiamente interessante (positivo p e r quanto riguarda la maggiore produttività -dei lavoro) è rappresentato infatti dalla regolamentazione contrat'Cuale dei cottimi ,in alcuni settori dell'industria. A parte il fatto che in genere la quantità è a detrimento della qualità (il che non può essere sottova1uta to), una affermazione d.i carattere pregiudiziale penso sarebbe necessaria porre a questo problema: quella cioè che il cottimo rappresenta pur sempre un supersfruttamento delle energie fisich~ del lavoratore, particolarmente se il prodotto ,cui è connaturato il cottimo stesso non è soltan'- to f·rutto parziale o totale di mezzi meccanici, ma esclusivamente manuale o intellettivo! Non per nulla (a parte determinate difficoltà di attuazione) tale forma di produttività è bandita dai contratti di lavoro di alcune categorie, 'Come ad esempio quella dei poligrafici rin genere. Ed in tema dÌ sfruttamento e supers:fruttamento, parole ormai tornate nell'uso comune (in questo affannoso ed inutile rincorrersi fra costo della vita e salari) e ripetute all'unisono dalle varie Confederazioni, pur in concorrenza fra di loro, i lavoratori tutti dovrebbero aver modo di riflettere meglio e meglio orientarsi, in rapporto a certi costumi di propaganda politica e sindacale. E' comprensibile infatti che ogni uomo che presti la sua opera retribuita si senta intimamente uno sfruttato o supersfruttato; è questa la logica di ogni lavoratore il quale sa di contribuire con la sua di ut urna fatica all'arricchimento del « padrone », particolarmente se, in rapporto alle sue condizioni famil.iari, non riesce a sbarcare il lunario. E' compr-ensibile anche che un liber:o professionista si definisca sfruttato dalla società per il fatto che questa, per mille cause imponderabili, non gli consenta di vivere. Ma è questa, purtroppo, la vita, nè alcuno potrà mutarla fino a che prevarrà l'egoismo singolo e collettivo. Complesso del disoccupati all'inizio di ciascun anno 1947 2.227 .866 1950 2.109.230 1948 1949 1.956.263 2.226.290 1951 2.219.520 N. B. - Per il 50% si tratta di lavoratori dell'industria; per il 30% qi giovani inferiori ai 21 anni e di casalinghe in cerca di prima occupazione. E 300 .ca Gino Bianco I

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