Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 5 - 31 maggio 1952

. vere con diligenza e serenità. I premi di produzione (nella generalità a carattere collettivo) non rappresentano altro che un parziale riconoscimento di quest'ultima esigenza. Gli incentivi, i premi individuali ed altri mezzi adottati qua e là dalle aziende, come quello del controllo sulla produzione (che non abbia soltanto lo scopo di ricerca dei costi) non ottengono sempre gli effetti desiderati. Determinano anzi ·spesso a tteggiamen ti di contrasto tra lavoratori e dirigenti d'azi-enda e non di rado tra lavoratori stPssi, a tutto danno della produttività e della necessaria tranquillità di spirito nonchè della stessa, pur necessaria, disciplina aziendale. Che dire poi della ventilata proposta del salario corrispon- ~~''-'"'-'"'-"W'-'"'-'"...,., SCANDALO? H1,nno gridato allo scandalo perchè d,1, parte operaia, si è voluto entrare nei merito clei prezzi di vendita delle automobili. Eppure la strada delia promozione per i lavoratori b,a come traguardo il raggiungere la capacità di amministrare le aziende ·di cui fanno parte e come produttori e come utenti o consumatori. L'amministrarle non nel P.roprio egof stico interesse, rr a nell'interesse comune per il bene di tutti. Biblioteca Gino Bianco dente alla produttività del lavoratore? Chi saprebbe con equità di giudizio determinarne la retribuzione, particolarmente se il giudizio stesso dovesse avere un carattere di valutazione personale? Non esiste già, a tal proposito, un rapporto valori costituito dalle categorie in ogni settore di industria? !Mortificheremmo i lavoratori fra di loro con emulazioni concepibili soltanto in una scolaresca di terza elementare; determineremmo ancor più 'stridenti squilibri sociali mettendo forse in pericolo per taluni elementi lo stesso necessario minimo vi tale; istituiremmo in tal modo un a I certa forma di cottimo ob-bliga tori o (sospinti come sono i lavoratori tutti dalla affannosa ricerca di un maggior guadagno) senza tener conto del danno ,fisico che ne conseguirebbe e delle minori possibilità di assorbimento della mano d'opera disoccupata. Conservo ancora vivo nella memoria i1 convulso ed affannoso lavoro di un gruppo dj giovani donne in uno stabilimento cartotecnico di Sampierdarena ! Esisteva u n a « norma » anche colà, compiuta la quale, nell'orario contrattuale, il lavoro fatto in più veni va pagato a parte;- ma chi non avesse terminato la -« norma» stessa, per aver diritto alla mercede giornaliera, doveva trattenersi a proprie spe299

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