Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 5 - 31 maggio 1952

gli interessi personali degli stessi funzionari: di tutte queste posizioni deve farsi adeguata va1utazione nel -decidere sulla via da seguire per la riforma. Per g1ungere a risultati concreti sulla strada che ci si prefigge bisogna rinunciare ai progetti utopistici lè·i una riforma coll'R maiuscola: è inutile sognare il grande provvedimento che risolva tutti in una volta i vari problemi; occorre procedere iPer tappe, risolvendo un problema alla volta, ma ogni problema, considerato sotto una visione unitaria, in funzione di una precostituita soluzione d'insieme da raggiungere, della quale i singoli provvedimenti rappresentino altrettante parti organiche. Solo così si può, gradualmente, pervenire alla meta. A tal fine si può e si deve operare contemporaneamente sia sul terreno legislativo, mediante predisposizione di nuovi testi che modifichino le leggi vigenti. sia nell'ambito delle leggi in vigore, per una loro migliore applicazione ai fini èella riforma. Innumerevoli sono i miglioramenti dei servizi che possono realizzarsi senza necessità di leggi nuove, stimolando le iniziative dei dirigenti degli uffici, fornendoli di mezzi d'azione moderni ed adeguati, facendo cadere le paratie di artificiosi compartimenti stagni, rimuovendo i motivi di ingiustificate giacenze è,i pratiche nell'uno o nell'altro ufficio, e via discorrendo. Se ogni Ministero, ogni direzione generale, ogni divisione, ogni ufficio periferico adottasse nell ·ambito delle sue competenze tutte le misure possibili, e si impegnasse a fondo per portarle ad applicazione, la riforma sarebbe già fatta per metà, ed i cittadini ne sentirebbero un immediato ceneficio. ·--------- Noi siamo convinti che la scienza delle benefiche riforme non s'invpara sui libri e alla tribuna delle assemblee, ma nel salir€: alle soffitte del povero, nel sedersi al suo capezzale, nel soffrire il freddo ch'egli soffre, nello strappare coll'effusione di un amichevole colloquio il segreto del suo cuore desolato. Quando uno ha atteso a questo ministero, non per qualche mese, ma per lunghi anni: quando uno ha studiato il povero in casa sua, alla scuoi a, all'ospedale, non in una sola città, ma in parecchie, ma nelle campagne, ma in tutte le condizioni in cui Dio l'ha messo, allora può cominciare a conoscere gli elementi di questo formidabile problema della miseria: allora ha il diritto di proporre serie misure, le quali in luogo di fare lo spavento della società, ne faranno la consolazione e la speranza. FEDERICO OZANAM Bibl 2Z 6 A Gino Bianco

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