Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 4 - 30 aprile 1952

Politica rurale · I contadinsionodeiparia ? LA legislazione italiana, per quanto la Costituzione della Repubblica affermi cI:ie lo Stato si basa sul lavoro, non considera il piccolo produttore rurale come un lavoratore e lo inquadra tra i proprietari, negandogli molti vantaggi e benefici e gravando fiscalmente su di lui in modo pesante e, spesso, esoso. Eppure il piccolo produttore rurale, il piccolo proprietario coltivatore diretto è il più grande lavoratore che non conosce soste, non limita gli orari e quando porta a termine ~ lavoro già si preoccupa dell'altro lavoro che gli resta da compiere. La piccola proprietà rurale, pur essendo un bene reale, è anche e soprattutto uno strumento di produzione come lo è la m·acchina per l'artigiano, la pialla per il falegname, la cazzuola per il muratore ... per modo che non si può considerare esclusivamente come una fonte di reddito a sè stante e tale da costituire la base solida di un cospicuo patrimonio. ~3~ ca Gino Bianco SANDRO SCOTTI nato nel 1889, agricoltore, deputato del Partito dei Co~ tadini D'altra parte il piccolo proprietario coltivatore, a differenza - per esempio - del piccolo proprietario di beni stabili, deve impegnare il lavoro suo e dei suoi familiar"i perchè il suo bene, la terra, dia un reddito. Ed ecco perchè egli è un lavoratore, un grande lavoratore unitamente ai componenti della sua famiglia. E per questi lavoratori che non possono scioperare e non esiste limite di orario, non vi sono contratti nazionali, ma tasse e contributi unificati da pagare; non vi sono assegni familiari, assicurazioni, pensioni, ferie, sussidi di disoccupazion·e, di invalidità e vecchiaia, casse mutue:.. nulla! nulla! Anzi, al contrario, il limite dell'imponibile che per l'operaio . e l'impiegato è fissa-

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