te di perforazioni positive, lo hanno chiaramente confermato. Un graduale e combinato svi- , luppo delle ricerche e della coltivazione dei giacimenti, della costruzione dei metanodotti, degli allacciamenti delle diverse utenze oombra. possa ·essere assicu1 ato dall'azione programmata da parte dello Stato. Un intervento di grandi gruppt monopolisti 1priva ti (poichè non si vede chi, all'infuori di essi, potrebbe intervenire in un campo di spese e d1 rischi elevatissimi ; si che giustamente si è detto non trattarsi tanto di questione tra pubblico monopolio e private. iniziativa., quanto di questione tra monopolio nell'interesse pubblico 9 oligopolio privato) mentre non recherebbe quel deciso contributo DOCUMENTI allo sviluppo della produzi.on~ che sarebbe stato essenziale anni addietro, non mancherebbe di essere fonte di gravi squilibri all'in. terno dì un sistema sostanzialmente unitario, in cui debbono armonizzarsi le distinte !asi della ricerca, della coltivazione e della distribuzione. In una situazione econc,~ioo che postula sempre maggiormente in tutti i paesi del mondo il problema del coordina.mento di tutte le fonti di energia (onde sembra ormai necessaria. anche in Italia la costituzione di organi incaricati di attuarlo), sembra che grave errore sarebbe togliere allo Stato, nella zona più interessante, il diretto controllo cli una fonte cosi importante, da esso di fatto e per sua iniziativa raggiunto. L'utilizzazione del metano in Italia. I.e ricerche di metano in Italia, sotto l'aspetto industriale, - possono · considerarSi iniziate verso il 11938,nell'appennino tosco-emiliano (Pietramala) e nel Polesine. Però si erano avute precedenti utilizzazioni, anche di una certa entità, come presso le Terme di Salsomaggiore. Le ricerche e l'utilizzazione del metano -hanno avuto notevole sviluppo quando il nostro paese si è trovato nella necessità di sostituire - nei limi ti e nelle forme .possibili - i carburanti di importazione. Fino al 1943 le zone coltivate erano le seguenti: il Polesine, ~2 ca Gino Bianco la zona della valle ptidana da Piacenza a Parma e ,Modena, l'Appennino Tosco-Emiliano, la zona di S. ·Sepolcro, di Macerata, del Fucino; e ancora: Rivisondoli in Abruzzo e Tramutola in Lucania. Nel 1943 si ebbe il grande fatto nuovo: la scoperta di un grande giacimento a Caviaga, nella media Valle .Padana. Le vicende belliche e post-belliche imposero una sosta, ma infine nel 1945 si ripresero le ricerche ed i sondaggi nella zona di Caviaga e Lodi, mettendo in valore nuovi giacimenti di potenza non mai immaiinata in lta-
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