194 Salvéte I Penso agli atleti della vanga - ai forti ,Che disfida,ndo urlanti nembi e soli, Str a,ppano a l'arsa tormentata gleba Misero U"fJ, pane. Penso agli atleti del piccone - ai macri De la miniera, poderosi atleti, Ne l'ombra nera ed imprecata ansanti Senza, riposo . . . . . Un sordo rombo ecco serpeggia - e crolla Precipitando con fragor la volta, E tutto è polve e cieco abisso e lunghi Gemiti e morte . . . . . Ma il sen squarciato del pietroso monte Fende il vapor vittorioso, e passa; E lo saluta al trioni ato varco Fulgido il sole. . . . . Penso agli atleti dell'idea, che, accesi D'ansia f ebbril la generosa mente, Martiri e duci, fra le turbe ignare Tuonano a pugna: Penso a chi veglia, s'affatica e muore Disconosciuto . . . . e dal mio seno irrompe BiL.. v .. ~l;a Gino Bianco
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