Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 4 - 30 aprile 1952

gia prima; di lana semilavorata poi o delle conseguenze che potevano venire da certi congegni meccanici che ottenessero un rendimento migliore e meno fatico, so della nostra quotidiana fatica? E:::a allora in auge la presenza presso gli stabilimenti tessili di cosidet,tf tecnici. Alsaziani, che so-vente erano anche i maggior( azionisti; per qual motivo i nostri vecchi operai filatori, che da oltre trenta o quaranta anni vivevano nell'opificio, dovevano essero giudicati meno competenti di costoro, il cui titolo preferenziale ~a sovente Iìappres-enta to dall'essere sta-ti per qualche mese a contatto con le fabbriche straniere? E quanto può dirsi per il settore tessile, vale evidentemente per tutti i settori della produzione e non soltanto per i fugaci riferimenti che io traggo da una mia esperienza. Un organo, quindi, nel quale la classe lavoratrice esprima il meglio di sè, sia sul piano della mano d'opera esecutiva che su quello della dirigenza tecnica ed amministrativa, può certamente assolvere a decisive funzjoni di preziosa collaborazione in tutti i setto:-i e non crediamct vi sia chi possa considerarlo esiziale per la vita della nostra industria. Chi osasse pensare tanto. difficilmente potrebbe dimostrare di non essere viziato da gretti calcoli egoistici o da condannevoli ·e malintesi n~opos1ti classisti. L'esperimento è certamente m.olto interessante. Pensi che i lavoratori sapranno dar prova della maturità necessaria per assolvere a queste maggiori responsabilità? I lavoratori sono certamente 22~ eca Gino Bianco maturi per l'esperimento. Tutt'al più bisognerà essere indulgenti all'inizio. Occorre permettere . che prendano contatto con ta.11 nuovi compiti, in relazione alla più ampia visione di cui essi abbisognano, nel complesso mondo non soltanto produttivo ma anche commerciale. Per me, è questa sola la lacuna che deve essere colmata ed è questo solo il punto di inferiorità tra lavoratori ed esponenti del mondo capitalistico. Ed a questa preparazione devono, a mio giudizio, sop:attutto provvedere i sindacati. Non posso tacervi la mia. preoccupazione nel non vedere ancora posta in atto alcuna iniziativa da pa:te dei sindacati, intesa a completare questa preparazione nei lavoratori. Resto sempre d'avviso che le più alte realizzazioni del mondo operaio non si consegui:::anno se non dopo un intenso e lungo periodo di tenace ed accurata formazione di quelli che dovranno essere i quadri; formazione che evidentemente non può essere fatta che mediante corsi e scuole specie.lizza te. Pensi che sia urgente una decisione legislativa sulla istitu~ione dei Cons!gli di gestione? Inteso come organo di collabo- :-azione, frutto del pieno accordo almeno tra gli elementi più responsabili delle due parti - im-- prenditori e lavoratori - ritengo _ che il Consiglio di gestione meri ti di essere suffragato da un provvedimento legislativo. Del re~ sto l'Italia non sarebbe la prima a mettersi su questa strada. E' recente la promulgazione di una legge in Francia che ha portato delle innovazioni nella struttura direttiva delle industrie; cosi nel

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