L'AZIO·NARIATO OPERAIO L ~ Repubblica Italiana è una Repubblica democratica - dice la nostra Costituzi.nne - << fondata sul lavoro». Questo lavoro non è l'attività dala dallo sforzo di chi lavora, continuo e accumulantesi, ma è la potenza stessa che prod uc~ il lavoro, cioè l'elemento sociale dei lavoratori. Questo elemento, che è il fondamento riconosciuto dalla nuova organizzazione dello Stato, deve, per forza di logica e per destino storico della instaurazione repubblicana, salire a sempre maggiore dignità, e, superando l'attuale suo stato di soggezione allo sfruttamento capitalistico, deve acquistare un peso sempre crescente nel nuovo ordine delle cose tutte: e, in particolare nei maggiori com:plesSi. produttivi del Paese, dove appunto ferve la sua vita e la sua sofferenza. La Costituzione stessa della Repubblica ha già riconosciulQ il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla pestione delle aziende (art. 46). Collaborare significa lavorare insieme. Nel tempo attuale, insieme a coloro che oggi « lavorano » da soli nella gestione delle aziende, gli amministratori dei 216 tj1011otecaGino Bianco GIULIO A. BELLONI nato nel 1902, professore di Diritto, deputato repubblicano capitalisti. Nel tempo futu1·0, lavorare insieme fra lavoratori, se il lavoro, inteso come elemento sociale, è la base della Repubblica. E1 vero, che allora tutti dovranno essere lavoratori: cioè produttori onesti. Onesti: perchè anche il falsario, anche l'usuraio, anche il tagliaborse, oggi. lavorano; ma è lavoro non di produzione, bensì di sfruttamento. Bisognerà che la società attuale, questa triste eredità di un passato poco fraterno e assai disumano, Si modifichi pel meglio, e che tutti producano, e che ognuno, come diceva Mazzini, abbia il frutto integrale del proprio lavoro; frutto integrale oggi negato dall'usura capitalista. Gli sfruttati, allora, saranno redenti dalla loro mortificazione; e gli sfruttatori, dal loro avvilimento di depravazione. Capitale e lavQro, oggi divisi, come elementi sociali, e troppo spesso cainescamente contrapposti, saranno allora, come <iiceva Mazzini, riuniti nelle
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