Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 4 - 30 aprile 1952

.Ea mia vita Ho ventotto anni non ancora compiuti. I miei genitori sono operai ed or vi vano in una discreta agiatezza frutto del loro · costante lavoro. Ho frequentato una scuola industriale superiore, da dove sono uscito col diploma di perito meccanico. Venni a Milano nel 1905 e vi esercitai fino al 1907 la professione di disegnatore e tracciatore di macchine. r-i idealità repubblicane fin dalle. prima fanciullezza di venni socialista ri val uzionario fin dai primi mesi di mia permanenza in questa città. Entrai nella. milizia sovversivà nella prime.vera del 1906 ed il mio ardore giovanile ed una certa vivacità d'intelletto mi condussero subito nelle prime file. Nel gennaio del 1907 ero già Segretario del Circolo Giovanile , a. marzo fondatore del « Rompete • le file » insieme a Maria Rygier e e.d aprile Vice Segretario della Federazione Provinciale Socialista. Allora ero puro d'animo e di sensi; non amavo le donne, non il vino, non la carne. Guadagnavo bene e spendevo pochissimo, in modo da poter disporre della maggior parte del mio stipendio per le mie idee. Ma incominciò subito contro di me una feroce impla.ce.bile persecuzione, che si è arrestata alle soglie della caserma e che prosegui,rà quando avrò svestito. la divis:i del soldato. se gli... a:ustria.- ci non porranno rimedio. 206 teca Gino Bianco FILIPPO CORRIDONI nato a Pausula nelle Marche il 23110 del 1888, morì volontario di guerra sul Carso il 23110 àel 1915. Mazziniano nella prima giovinezza, dopo il 1905 partecipa al movimento sindacalista conducendo una viva oppOSizione contro i « riJormiSti » della Confederazione del Lavoro. Allo scoppiare della guerra I a ammenda delle sue precedenti teorie antimilitariste schierandosi per l'intervento. Ebbi a maggio le. mia prima condanna e da allora ne ho dovuto registrare ben trenta. Per otto anni consecutivi la mia vita _è stata asprissima, terribile. Ho fatto ininterrottamente la spole. fra una prigione e l'altra, con qualche puntata in esilio. E ho sofferto, e tanto, ma ho il supremo orgoglio di poter attestare dinanzi all'universo e senza tema di smentite. che le giornate del dolore sono state da me sopportate con coraggio, fermezza d'animo senza che neS.9\lno possa buttarmi in faccia un istante di debolezza o di viltà. Ho patito fame, freddo, dileggi, vi tu peri, mortificazioni senza. mostrare a nessuno i miei patimenti. Ho fatto tutti· i mestieri nell 'esilio doloroso. dal manovale di mura tare al venditore di castagne. ..

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