Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 3 - 31 marzo 1952

. .... LA PREVIDENZA · (Lettere cli Giuseppe Petrilli e cli Cristoforo Pezzini) * La previdenza nasce come un fatto volontario dell'individuo. L'individuo sensato e prudente risparmia in previsione _del giorno in cui non potrà lavorare, o per malattia, o per infortunio, o per vecchiaia, o per invalidità, o per disoccupazione forzata. Accanto a questo concetto di previdenza se ne sviluppa un altro, conseguente alla solidarietà tra gli uomini: è il principio della mutualità. La previdenza allora acquista un. ·carattere eminentemente sociale: non è più il frutto di un singolo, ma il frutto di una volontà di singoli, di una collettività. Ma le collettività spesso non sono composte nei loro membri da tutti coscienti. Allora interviene un potere coattivo, lo Stato, per obbligare i singoli, a fare, ciò che volontariamente non fanno, e o per negligenza, o per imprevidenza, o per mancanza di coscienza sociale. Perciò dalla previdenza volontaria, dalla m.utualità volontaria passiamo al concetto di un sistema di sicurezza sociale, organizzato ed imposto dallo Stato. Si forma così obbligatoriamente un risparmio collettivo, che dà luogo ad una nuova concezione del diritto operaio. L'operaio re- . clama oggi la sicurezza dell'impiego per avere la busta-paga da spendere quando .è occupato, e reclama dalla sicurezza sociale il libretto di pensione e di assistenza per quando egli non è più in grado di lavorare, o pE:r disoccupazione, o malattia, o invaliditd o vecchiaia. Forse in questo avviamento alla sicurezza nascono i miti: i miti dell'onnipotenza dello Stato, di fronte all'impotenza dei singoli 164 Biblioteca Gino Bianco , ,,

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