la madre il contemporaneo svolgimento delle sue mansioni casalinghe e materne e non I'al t,o che obbliga la madre al penoso ed intran~igente lavoro indu8triale entro le mura * di casa, ma senza le garanzie della iegge. Rimuovere dunque il danno, denunciare l'equivoco è, ritengo, una azione attesa ed opportuna. È nece8saria una tutela Caro Rapelli, Lettere ai lavoratori: quindi lascia che ti si scriva come a lavoratore e che ricordi una tua conversazione sul tema dei lavoratori a domicilio, dei quali fra l'altro si occupano due proposte di leuge presentate alla Camera dei Deputati dagli onorevoli Di Vittorio il 7 marzo 1950 e Pastore il 28 aprile 1950. Tu dicevi che, essendo la casa il tempio della farniglia e ambiente del lavotro do.mestico, non si può consentire in uno Stato ordinato socialmente che vi penetri il mercantilismo anonimo richiamato dal bisogno, con risultati elusivi, norz, soltanto per le tutele sociali o sindacali, ma per la dignitd. Il datore di lavo,ro sul limite del focolare turba coi suoi problemi, colle sue condizioni, e ,qualche volta col suo contegno, la pace interna della casa ponendo la famiglia in u11.a condizione umiliante. Più che per divieti 1,s Biblioteca Gino Bianco ENBICO ROSELLI nato nel 1909, deputato democriatiano, dottore in chimica vedrei necessario affrontare il problema con tuna situazione che impegnasse la Societd ad attuarsi secondo questo principio: ad ogni cittadino la sua patente di mestiere ed ogni ,cittadino patentato inserito nella ,categoria di mestiere. Se si. potesse, e ritengo che si possa, vorrei che si compilasse una anagrafe dei mest1eri e che per ogni me s.tiere fosse definito un capolavoro di prova. Oltre i diciotto anni qualsiasi cittadino, munito d'un attestato di avviamento al· lavoro ~ carattere scolastico o pratico ( frequenza al lavoro ~iendale), un attestato di apprendistato, e il nome o il genere o la for.ma d'esso si può facilmente definire, dovrebbe poter adire a Commissioni
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==