Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 3 - 31 marzo 1952

merito, dunque, possono van~e.re gli intellettuali fascisti del Mezzogiorno dinanzi al fascismo; perché non da essi dipende la esistenza di determinate condizioni nei rapporti sociali del Sud. E<! è davvero strana la mentalità di codesti isolati i quali, nel vantare un merito che essi non poterono avere, dovrebbero assumere la responsabilità delle condizioni socialmente arretrate del Sud_. responsabilità che - invece - E-S~i gettano generosamente sull' « antico regime ». Non è difficile dimosLra.re e,he una economia arretrata porta. di conseguenza un arretramento in tutto il complesso delle !unr,;1oni sociali: della ci viltà insomma. L'analfabetismo e la superstiizi,):ie. ad esempio, non è possibile consi•· derarli indipendenti dalle condizioni arretrate della economia le quali non provocano il bisogno del ,;apere e dei contatti sociali. La mancanza di una borghesie. nel Sud da che cosa è dipesa? E s1 può creare una borghesia nel Sud? A noi sembrano questi 1 punti fondamental1 del problema meridionale. Alla prime. domanda si risponde con l'analisi della Società meridiç>nale dalla dominazione spagnola fino alla cadute. del Regno delle Due Sic1Ue. ~ con la storta economicil, politica e morale di questo periodo e di quello successivo. Alla seconda domande. si risponde propo• nendosi una. soluzione del problema. A noi manca qui il modo di portare un sufficiente contributo alla disamina. La economia meridionale a fonda.mento agre.rio non sviluppato ha mantenuto le caratteristiche della economia feudale. Nel Mezzogiorno vl c;onc, tutti t tipi di conduzione agrarie. ma predomina le. grande proprietà. Biblioteca Gino Bianco Il grande pos.5essore di terre è quag1 f:ìempre un nobile: esso ha una amministrazione per la conduzione del fondo ovvero fitta 11 fondo dietro un compenso annuale determinato lasciando allo affittuario 11 possesso e lo s:t:ruttamento della possessione. Questi nobili agrari vivono lontani dalle terre, e talvolta all'estero. I gabellotti, gli affittuari, il persona.le amministrativo, i sorveglianti, sono i rappresentanti di questi padroni lontani o vicini. Queste cate~orie sono il connettivo della. società meridionale, intorno alla quale vive la piccola borghesia. L'Università di Napoli, nei sessanta anni di vita del Regno d'Italia, ha coniato decine e decine di migliaia di avvocati, cioè d'interpreti e difensori di codesti « g,ruppl pnlitici » rappresentanti degli interessi dei grandi proprietari agricoli e che per delega di costoro assumono, attraverso lotte troppo spesso sanguinose, i poteri locali, e sono i mazzieri nelle lotte politiche. La folla di piccoli borghesi ~he vlv(-\ parassitaria sul tronco feudale, dà i suoi figli alla burocrazia, alla polizia, alla magistratura dello Stato. Essa serve lo Stato e i nobili del Sud. I democra,- tici costituzionali del Sud che forniscono le maggioranze parlamentari, sono i gerenti della nobiltà feudale del Mezzogiorno; ma questa. non è una classe dirigente, perchè è assente - e spesso perijino f\Sicatnetttt - dal suo paese. A questa classe interessa mantenere con tutti i mezzi la sua posizione economica: è quella, avida ed avara, sprovvista delle larghe visuali della borghesia nordica industriale di cui è nemica; è pavida. e passiva. Essa non ama tnterv~nir~ direttamente nella. vita po-- litica della nazione, ma Si lascia 139

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