mento ,pacilnco ett dncontraate.to del J oro p OiS&e660. Le ammirnd.&traztoni rflorite nell'UJltimo ventennio non hemno <00.Jto miglior rprova de·ue preceId.enti, sebbene 'le nostTe cittadi- •ne si sii.ano .rip1 uil1te eod abbelUte. Qu1ellle a colore dem,ocratico accettarono ad oc.ohi chi usi ·la dittattl["6 degli ,ooponenti giio1'ittiani, liete <ii veder sod'Cl!isfatta aJl ,ma66Jim,o ila sete di favori, ·protez1oD.!i., concess,ioni, ese,nzio- •ni ed !LlùegeHfi:im!i d,i• ogni sorte,: in que-sto unico oompo tSi esipUcò l'opera del governo, bisognose ·di assicurarsi il domi:ndo. QueUe socia,Hste, sel:Jbene ire•tte Id.a ammdrustratori •più int0g1ri. f'urono, nel àJisoro1ne del dopog,ue:ro.-a, rtrop!I)o !I)rdOlivd ia spese disordinate in ùavori di ipUJb'bllco intereSJSe s-uscitan<Lo, come è ·naturale, i piiù accesi sospe•tti degli altlii 'Ceti. ~[a anche fm ,queste 1 i'l goveDno. · riusciva. e. 61pdngere 1a ,mano, glungerva a sa1 lvare interess-i particdlaristici, a i•m'porre, ·rulmeno tn pe,rte, creature sue. La parentesi nittiana ru ,presto scava.lce.ta e sommersa. Oggi 1'l governo ·(•1 1 9215, epoca fasoista), patlrone assoluto dei Comuni e libero, come afferma, -c1a 1preoocupaz'ioni elettoceiNstich,e, p,uò paxere dhe 01bbia mano l.irbera rper H rinascim-ento •de1le lflnwnze com-unaH. Ma -nessuno 6a se ,questo compito di rlsatnare 1 :~ostri 'bilem'Cd vog,li-a o no add.ossare,eto: · certo è però che, <iato e non concesso che ·lo pos6a, 11'1tproit;lema del.la nostra vita comunale sarebbe tutt'altro che risolto. (Risanairnento di bi- •lanci · non è a.bbandono di coraipiti 61I)ecilflci alla vita comunale, d:i sod<U.,sfacimento· e, lbisognd ormai da tutti .$8ntiti, ma piutto136 . Bibl __a Gino Bianco &to ~ problema d1 revi6ione dei oomtpiti de.Ho Staito. i« Toglieteci la -ricohezze. mdbHe per un certo numero di ain.nd. Ecco una vera rl volluzione t » dice ve. poco fa Giiust1no 'Fortunato. ·D'accordo. IM'.a ainch-e 1'l pirdblema economico va iriicondotto dal centrv ~Lle. rperi1er1a. Se i Comuni, per vivere, .ru;p,ettano che ai governi oen tra)li ~ocia diJ aJHevtiar Qa •ma.no su d.1 loro, aspetter2:i1nno 'deH'ailtro. 1Sarebbe i.ngenuo clhe i-1 cen trald61Ino lbt11rocrat'ico che preme tlove p•irù dove meno !Ln gra,n ipwrte del .mondo, sda frutto di ,necessità organizzati ve, di intere66i seilljpre più vasti e d1 depTiJmenti rel1tti psioolog'id e culturali trulli eh.e la lotte. ·non può essere che aspra. Vero è che, tra vivere e mor:re, i Comuni non hanno da scegliere. !Insomma anche il problema economilCO non è che un asipetto di ,quello p-dldtico. Quanto a q,~ooto U!lUmo, noi d•nsistiamo in,eHe. nostre. concezione ohe, nelJ-o stalto mOlderno, .la !funzione ipolitica ld.el governo non può, 11 m·pig,lle.ndosi nell' amministraz,io- •ne dei tCoimuni, che corromp~rsi, aJtjbandonare cioè i suoi comp'it1 spectflci, e corrompere, :Lmpeld.ire cioè e.ltr-ui i IP(rOpri comrpiti 61pecilflci. Qualunque sistema tli autocontrollo della vita comunai1'e, com,unique ·m·a~e esercitato :per imiperJ~ia o per corrutte-la, recherà e,i Comuni danni d,nrfln'ita,,mente minori di ogni intervenzionismo dall'alto. Nè d'altra paTte ·mance.no qui forze sa,ne desiderose Id!! iprov811"6i,in libero ,gioco. neH'arouo comrpwto; e.l contrario esse non aspettwno che le contingenze ipropi~i.e per soa.PIJ)ar fuori n,ell'az1one: piccoli CS{Pita-
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