Lettera da Torino IlmonopoliodellaFIAT J IL 1GRlJIRPO FIAT è certo in Italia, la più tipica di~ mostrazione della trasformazione avvenuta in quest'ultimo cinquantennio nella struttura della e-cono1nia capitalistica e nella funzione del «capi tale>>in regime di economia libera e di privata iniziativa. La FIAT è nata nel 1899 per iniziativa di un piecolo gruppo di uomini che non erano nè industriali- nè capitalisti, nel senso S'tretto 'delle parole, nè partecipavano, in un modo qualunque alla attività produttiva o .finanziaria della industria torinese, che già era costi 1 tujta in quel tempo e stava trasformandosi dallo stato artigianale in quello più moderno di c·omplessi organizzati. Erano, i primi uomini della FIAT, degli sportivi - innamorati della nuova macchina stradale eon motore a scoppio - che volevano introdurne in Italia la costruzione ed intuivano, forse ancora in modo · impreciso, ma, comunque, con prospettiva lungimirante, che l'automobile (macchina rudi- . Biblioteca Gino Bianco GlNOj CASTAGNO nato nel 1893, $enatore del PSI, dirigente tecnico indu• striale. mentale ed imperfetta) sarebbe s1ato il veicolo dell'avvenire. Non furono essi nè i primi nè i soli ad avere questo intuito - altri li avevano preceduti e'd altri facevano contemporanei tentativi - ma ~erto furono dei « pionieri » in quanto capirono 9Ubito, fin dalle loro prime azioni pratiche, che occorreva porre la nuova impresa su un piano razionale - cioè << industriale» - perchè avesse successo. Nel giruppo emerse subito un uomo: Giovanni Agnelli, che divenne l'anima dell'impresa, il ce,rvello pensante, l'iniziatore audace. 1 Uffloeiale di cavalleria, eser- ,cente mulini di talco. e grafite nella sua Valle del Chi~ne, non era egli certo un tecni(!O della meccanica nè meno che meno un tecnico del motore. 109
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