Caro onorevole, vedo trattato molto autorevolmente nella sua rivista il problema dei cottimi. Tale problema è semplice se il lavoro a incentivo non compromette la garanzia della paga base e n na ragionevole percentuale minima di cottimo che possa essP,re variamente superata dagli operai fisicamente e tecnicamente più idonei. Ugual cosa dicasi per i cottimi a squadre, praticati con le medesime garanzie: ln differenza del guadagno fra i diversi operai è determinata dalla relativa qualificazione di categoria, rimanendo uguale per tutti la percentuale raggiunta col lavoro in comune. A mio parere il sistema ora riferito è quello che più risponde alle necessità della produzione ed alla difesa economi ca e fisica del lavoratore. E' da notare che praticamente i cottimi vengono .sempre discussi fra gli operai e i capi tecnici, tenendo conto della percentuale che possono raggiungere oltre la paga, i lavoratori di media capacità lavorativa. Bisogna essere molto cauti pri- · m.a di modificare tale sistema, perchè quando si vuole troppo precisare, si finisce di complicare e di rendere difficili anche le cose viù sem,pli Ci. Si pensi che ci sono lavorazioni unitarie che comprendono parecchie centinaia e persino alcune migU.aia di voci e di relative tariffe, mentre variano ·non di r11,do le materie pri1ne . e i criteri tecnici di lavorazione. . . . . . Qiò premesso si possono ~nche Biblioteca Gino Bianco • • tncenttvo LU I G I CIARDl sindacalista, dell'ufficio lavoratori della D.C. migliorare le percentuali di cottimo e consentire così un maggior guadagno agli operai interessati; in questo caso però converrà sempre promuovere un aumento delle paghe contrattuali, mantenendo la percentuale minima garantita dal 20 al 30 % della paga. Si è giustamente osservato che l'operaio specializzato incluso nel sistema di cotti1no individuale dove cioè vige il sistema della percentualP,, minima, per gli effetti del suo difficile lavoro, non riesce a realizzare il guadagno di cottimo dell'operaio comune. E' vero. Ma il difetto è nel contratto di lavoro, fatto male e peggio applicato: fatto male perchè in esso non sono stati ,qujfi,r.ientemente salvaguardati gli interessi morali ed economici degli operai provetti; peggio applicato perchè le paghe si sono di solito ammassa te sui minimi contrattuali, mentre l'imprenditore, in rispetto al contratto di lavoro, avrebbe dovuto tener conto deUe singole capacità, nonchè delle difficoltà che presenta l'esecuzione di determinati lavori. vanno pure mantenuti i cottim.i a tempo al fine di far rimanere quanto meno possibile gli operai in ambienti che esalano vapori sgradevoli o tossici, quali cisterne, fogne, tini, ecc. Tali lavori riçh,i:~(!Qno sempre oculata
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