gan1ento del n1ercato di consumo. E~ una pura illusione quella di ridurre i prezzi dei pro•• dotti operando a sole spese del lavoro una riduzione dei costi di produzione. I lavoratori sono produttivi e sono anche consumatori. Ogni ri:O duzione dei costi di produzione che si ottenga çol supersfruttamento, non va a beneficio del mercato ed è fattore di crisi e di stagnazione·. Ma in realtà quello che si vuole ottenere 1col supersfruttamento e che induce anche il governo ad incoraggiarlo, è proprio quello di -ereare uno squilibrio fra capacità di acquisto delle n1asse e quan'tità di produzione, in modo da consentire, senza eccessivi pericoli di inflazione, la produzione di guerra. C'iò che comprova, ancora una volta, che non si vede altro modo di finanziare la preparazione alla guerra se non quello di farne -sopportare le spese ai lavoratori, sotto forma di bassi consumi e di esoso supersfruttamento nel lavoro. La posizione della C.G.I.L. sulla produttività è limpida. E' invece molto spiacevole l'an1biguità della C.I.S.L. Nel suo convegno di Bari del gennaio 1951 essa ha puntato direttamente sull'aumento dello sforzo del lavoro; al ,congresso di Napoli essa ha invece fatto una meritoria rettifica ripudiando il supersfruttamento ed affermando l'esigenza di un aumento della 1produttività:; infine. nella sua lettera dell'll gennaio 1952 alla Confindustria, proponendo di legare i salari al- ]a nroduzione e rinunciando À • a qualsiasi richiesta sul modo di aumentare la produzione e di allargare il mercato essa si è nuova1nent~ posta sul terreno dei supersfruttamento. L'unità sindacale è un bene cosi prezio~o che dobbiamo tutti augurarci che la C.I.S.L. precisi il suo atteggiamento, sulla linea che sola è benefica per i lavoratori e per il paese, la linea della produttività, relegando fra i ferrivec<!hi ;diello schiavts1no industriale il supersfruttamento dei lavoratori, la requisizione implacabile delle loro energie vitali a vantaggio del profitto dei signori del capitale. ~· Nel 1900. alla Camera dei Deputati, entrarono per la prima volta due operai autE:.ntici. Pietro Chi~sa, operaio verniciatore di Sampie'rdarena, e Rinaldo Rigola, operaio intagliatore di Biella. Quando parlò il verniciatore vi furono delle inopportune esclamazioni dai banchi di d~stra. Allora una voce si levò: SilE:nziol Parla il Lavcrrol 91 Bibliqteca Gino Bianco
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