Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 2 - 29 febbraio 1952

qni, Bi capisce, di questo 1;2,ome seri come studJioSi) che sostengano che per ridurr~ la disoccupazione bisogna ridurre i aalari,• una test di questo genere potrebbe avere soltanto valore nell'ipotesi di un regime economiCo e di produzione assolutamente statico, nel quale, mentre aumenta. la popolazione operaia, non si sappia fare nulla per accrescere la pro~uzione e la produttività. Ma in una ipoteSi di questo genere anche in regim.e comunista la piena occupazione si tradurrebbe in un minor salario medio essendo evidente che la torta immutata nella sua dime-ns·ione dovrebbe essere di.visa fra un maggior numero di persone. Altrettanto infondato ci sembra il confronto fra i dati della ripartizione del reddito nell'U-RSS ed in altri paest, per dlue ragioni: 1) . perchè Si tace della diversa altezza d·e1 reddito nei vari paesi. E' evidente che se il reddito medio per ·i lavoratori nel paese X è triplo di quello dei lavoratori del paese Y è scarso conforto sapere che questi ultimi dispongono del 740;0 del reddito nazionale e quelli soltanto il 44 %. 2 J - perchè la dizione lavoratori è usata equivocamentP dal Pesenti. Quel 740/o di reddito sul totale che spetterebbe in U.R.S.S. ai lavoratori si riferisce al 100 % della popolazione e nulla ci si dice carne questo 74 Si distribuisca all'interno della popolazione, (operai, cittadini. funzionari, alti e bassi. favoriti e pezzi grossi), mentre nella società americana, che il P. prende a confronto, la parte del redcUto che non è distribuito in salar·i e stipendi non va tutta al capitale ma a quella moltitvdine di attività professionali e mercantili, che ri• sultano da cQmbinazioni diverse di capitale e lavoro e che rappresentano una piaga essenziale cfel sistema non collettivista ( artigiani, contad:n1 proprietari, professionisti, piccoli commercianti, ecc.). d) - Il P. afferma con mirabile d.isinvoltura riferendosi all'U.R.S.S. « il continuo enorme aumento del tenore di vita della popolazione». tale tesi suppone che nessuno dei suoi lettori abbia visltato la Russ:a (esclusa la Russ·ia delle visite ufficiali) od abbia i>iSsuto per qualche tempo con qualche ... lavoratore russo (lavoratore nel senso stretto del termine e preciso lavoratore m.anovale J, e contrasta con tutti i dati (quei pochissimi che l'U.R.S.S. comuniCa) circa le disponibilità di prodotti alimentari e di generi di con8umo. e) - Pare strano che il P. di?nent_iChi fra i mezzi per ridlur·re la disoccupazione proprio la maggiore efficienza produttiva, l'applicaz·tone di nuove tecniche, il più razionale impiego di materie prime e che dimentichi. trattando del nostro paese, che la necessità di larghi ooqutsti dall'estero di materie prime es•tge l'esistenza di una effeclen{e industria esportatrice. Fuori da questa via s-i potrà anche con gli altri m.ezzi da lui indicati, o con una specie di •nuova politica autarchica, r:~urre la disoccupazione, ma non parli allora di aumento del tenore di vita; perchè proprio in questo caso (anche se fossimo in regime comunista) ci avvicineremm.o a quella triste ipotesi ric.ordata dal Pesenti nel paragrafo (c ), e cioè l'ipotesi di un paese ove l'occupazione di nuovo lavoro avviene a produtttvttà decrescente. SILVIO ç;,QLZlO 83 Bib ca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==