Lettere ai Lavoratori - anno I - n. 2 - 29 febbraio 1952

cupazione, il continuo e colossale aumento della produzione e il continuo enorme aumento del tenore di vita di tutta la popolazione, ma anche in paesi che si stanno solo ora avviando verso il socialismo e che si trovavano ancora nel 1945 in condizioni peggiori ancora dell'Italia per arretratezza. La Polonia, l'Ungheria, la Romania, avevano una forte disoccupazione e una forte emigrazione. Oggi tutto ciò è un triste ricordo del passato. Ecco perchè. sono, come economista onesto, socialista e penso che og.ni lavoratore intelligente, quale che sia 1 la sua formazione mentale nel campo filosofico, non può che essere favorevole al mutamento del 5istema economico attuale. ,Fatta questa premessa, nell',ambito del sistema capitalistico è possibile ridurre grandemente la disoccupazione? Sì, certamente. Ed è necessario per ottenere questo risultato ridurre nascostamente o apertamente i salari; creare cantieri di lavoro, squadre di lavoro o altre simili forme servili? No; al contrario queste f orme nascondono, ma non eliminano la disoccupazione e sono una forma di sfruttamento eccessivo desiderato dai capitalisti. L'unico modo per ridurre la disoccupazione anche nei limiti del sistema capitalistico f E so G' s· eca 1no 1anco è una politica democratica che abbia le seguenti direttive: a) mobilitare tutte le risorse materiali del Paese - oggi non adeguatamente sfruttate per l'egoismo di gruppi agrari e monopolistici - sia a ttraverso investimenti pubblici, sia attraverso una serie di riforme sociali previste dalla nostra Costituzione che è ap·· punto democratica e non socialista; b) difendere e aumentare il salario reale. dei lavoratori occupati, difendere e allargare il potere di acquisto delle masse popolari, cioè il mercato interno; e) modificare - quale conseguenza necessaria - i rapporti tra rendite e profitti da una parte e salari (comprese naturalmente nel rtermine le retribuzioni delle ca tegorie impiegatizie) dall'altra in favore di questi ulti•mi e in favore dello Stato, cioè per dare, attraverso la tassazione, allo Stato i mezzi per fare gli investimenti pubblici necessari a stimolare l'aumento del reddito nazionale e la conseguente occupazione. La riforma fon diaria, l' eliminazione dellé terre incolte, la riforma dei contratti agrari, le bonifiche. le strade, la sistemazione dei fiumi, i lavori pubblici necessari a stabilire le basi di un nuovo ambiente economico (ciò che Marshall chiamava economie esterne),

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